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JORDSJØ Jord autoprod. 2017 (Karisma Records 2018) NOR

Ogni tanto, negli ultimi anni, capita ancora di imbattersi in gruppi che paiono del tutto refrattari al supporto fisico del CD, pubblicando i loro lavori solo su vinile. Questi norvegesi sono andati ancora oltre: i loro 3 album e mezzo (uno di questi è uno split album, pubblicato assieme ad un’altra band norvegese) sono usciti solo in digitale e su cassetta! Sì, le care, vecchie cassette, ormai praticamente in disuso da anni. Bontà loro, gli Jordsjø hanno di recente pubblicato un doppio album in vinile contenente brani dei primi due album e mezzo ma questo “Jord” (musicalmente abbastanza diverso dai primi lavori, a quanto si legge), al momento in cui scriviamo, è ancora disponibile solo nei due supporti iniziali, in copie numerate, parte su cassette brune e parte su cassette nere. Qualcosa si sta muovendo, pare, per una ristampa più agevole ad opera di una label connazionale ma ancora non si hanno notizie più concrete.
E’ un vero peccato, quindi, che molti non riescano (o non vogliano) ad accedere alla musica di questa band perché si tratta di qualcosa che affascinerà e che riempirà d’entusiasmo i cuori di molti ascoltatori ancora legati alla musica di gruppi come Änglagård, Landberk e compagnia nordica.
Gli Jordsjø, il cui nome può essere tradotto Terramare, sono principalmente il frutto dell’ispirazione del polistrumentista Håkon Oftung (voce, flauto, chitarre e tastiere), accompagnato dal solo Kristian Frøland alla batteria, che, a parte qualche limitata collaborazione con alcuni gruppi d’ispirazione non Prog (ad eccezione dei Tusmørke), non sembra avere attività in band di rilievo. Questo lavoro è prevalentemente strumentale e il cantato è limitato ad alcuni limitati, se non addirittura sporadici, interventi. La musica che fluisce da queste 7 tracce, per un totale di appena 37 minuti, ricorda da vicino, come detto, i primi lavori di Änglagård e Landberk (nonché Sinkadus, White Willow, Agusa e altri alfieri del Prog nordico degli ultimi 25 anni), con una commistione tra Prog sinfonico dai suoni ed ispirazioni anni ’70 ed elementi folk.
L’album inizia con la brevissima “Over Vidda”, meno di due minuti, con uno strano ed inquietante flauto che cautamente ci introduce nel magico mondo dipinto nella successiva “Abstraksjoner Fra Et Dunkelt Kammer”, brano che ci proietta immediatamente la mente verso “Jordrök”, la traccia di apertura di “Hybris” degli Änglagård. Brano delizioso e in cui la componente folk viene inserita con la consueta magia che ci riporta alle brume nordiche. La successiva “Finske Skoger” in tre minuti ci descrive, come da titolo, le foreste finlandesi e grazie alla musica sembra proprio di intravvedere in mezzo agli alberi qualche folletto dispettoso che si prepara a giocarci qualche scherzo.
La coppia di tracce “Jord I & II” rappresentano il fulcro di quest’album, la summa della via nordica al Prog degli anni ’90; 15 minuti da ascoltare assolutamente in penombra, lasciandosi inebetire piacevolmente dalle tante variazioni di una musica in continua mutazione, spesso crepuscolare ma anche ricca di accelerazioni e momenti più tirati. In “La Meg Forsvinne!” sono presenti momenti jazzati che si amalgamano ad atmosfere delicatamente spaziali e alle usuali sonorità oscure. La conclusiva “Postludium” è una coda strumentale dalle sonorità decisamente più elettroniche e siderali.
Volendo fare i pignoli, non siamo su livelli assoluti e quest’album, a parte le difficoltà inerenti al supporto scelto, magari non rappresenta un’uscita imperdibile e imprescindibile. E’ comunque decisamente gradevole e a tratti affascinante, anche se con alcuni passaggi poco convincenti, sicuramente meritevole di ascolto se amate queste sonorità e spero comunque vivamente che presto possa essere disponibile senza difficoltà. Ad ogni modo, se volete, la versione digitale è pur sempre una soluzione praticabile.

Aggiornamento: la tanto auspicata stampa su CD ed LP è avvenuta ad inizio 2018, rispettivamente ad opera delle etichette Karisma Records e Pancromatic.



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Alberto Nucci

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