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INITIATIVE H Broken land Neuklang 2018 FRA

Per fortuna che succede… oh sì che succede, e meno male! Succede di imbattersi per puro caso in un disco al quale ti approcci senza particolari aspettative, di un gruppo a te sconosciuto, e di renderti conto che si tratta di un bel disco che riesce a sorprenderti e a calamitare il tuo ascolto dal primo all’ultimo minuto.
E’ il terzo album per questo nutrito combo francese che, a quanto pare, è conosciuto praticamente solo in ambienti jazz e considerato da riviste e siti di settore come una rivelazione. Si tratta di una vera e propria orchestra di 13 musicisti, cui si aggiungono alcuni ospiti, il cui nocciolo è costituito da un gruppo rock in formazione classica, con chitarra elettrica, batteria, basso elettrico (ma anche contrabbasso) e tastiere, ma che è contornato da una pletora di fiati (trombe, tromboni, flauti, clarinetto, sax…) che ad esso si mischiano, si impongono o fanno da contorno, dando vita ad un suono che in qualche modo ci rimanda (con le dovute differenze… temporali, culturali ed esecutive) ai Modry Efekt di “Nova Synteza”.
Quest’album è composto da 9 canzoni strumentali di durata compresa tra i 4 e gli 8 minuti, con un incedere piuttosto omogeneo e caratteristiche talvolta più rockeggianti, altre in cui predomina l’aspetto jazz, lunghi momenti cinematici (non casualmente i live del gruppo prevedono una parte visuale molto curata) e una sensazione che ci porta a considerarle come una lunga suite, senza soluzione di continuità, che attraversa tutta una serie di momenti musicali costituenti solo una parte di un unico tutto.
A tratti l’anima jazz impone che un sax o una tromba si producano in un lungo assolo ed è curioso ascoltare questi momenti mentre sotto la strumentazione rock si limita a tenere il ritmo e ad attendere il proprio turno per tornare a metter fuori la testa. Non fraintendetemi: non esiste dualismo tra le due componenti della musica di questo gruppo. Quello che possiamo ascoltare è una bellissima fusione (ma non fusion!) delle due anime, decisamente affascinante e coinvolgente.
L’anima di questa bella entità musica pare rispondere al nome di tal David Haudrechy, compositore, direttore, tastierista e sassofonista. A lui dobbiamo a quanto pare l’idea e lo sviluppo di un’esperienza musicale che consiglio vivamente di voler sperimentare.



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Alberto Nucci

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