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IAMTHEMORNING Ocean sounds KScope 2018 RUS

In ambito jazz l'occasione, cioè la scintilla magica che scaturisce nel momento in cui ci si esibisce in quel posto, in quel preciso giorno e davanti al pubblico accorso in quella specifica serata, diventa parte integrante della musica ed è ciò che la rende davvero unica ed irripetibile. Qui in realtà il jazz non c'entra nulla e di improvvisazione ovviamente non se ne parla nemmeno per un tipo di musica che corre precisa sui fili minuziosi degli spartiti ma sono certa che registrare questo album, si tratta a tutti gli effetti di un live in studio, nell'isola di Giske, in Norvegia, con il mare sullo sfondo che emerge in tutto il suo splendore da un'ampia finestra panoramica, fonte di luce e di ispirazione, in un contesto di completa solitudine, sia stata un'esperienza che si è andata ad incastonare perfettamente fra le note imprigionate in questo lavoro. Il risultato lo potrete anche vedere perché a corredo del CD audio c'è anche un blue ray che cattura l'intera performance così che avrete la perfetta consapevolezza del contesto incantato in cui si svolgono le azioni musicali.
Un nuovo album è già in via di pubblicazione e questa uscita è sicuramente un modo per guardarsi indietro e fare il punto della situazione su una discografia esigua per ora (tre dischi in studio, oltre a un live) ma decisamente significativa. Ricordo come il duo composto da Marjana Semkina, cantante dalla voce eterea ed affascinante, e da Gleb Kolyadin, pianista di solida estrazione accademica che abbiamo imparato ad apprezzare anche attraverso una recente opera solista, avesse iniziato nel 2012 con una autoproduzione, intitolata semplicemente “~”, che il gruppo distribuiva e promuoveva con le sue piccole forze. Fu proprio l'entusiasmo del pubblico che portò al contatto con la Kscope, etichetta che ha consentito il passaggio dall'artigianato dell'esordio alla impeccabile professionalità dei successivi “Belighted” (2014) e “Lighthouse” (2016).
Lo studio “Ocean Sounds”, che dà anche il titolo all'album, è stato di grande ispirazione e proprio qui iniziano le idee per il nuovo album che possiamo iniziare ad assaporare grazie a “Blue Sea”, traccia che troviamo in chiusura della presente opera e la cui registrazione è avvenuta in modo spontaneo, così che nella sua forma semplice e sognante ritroviamo tutta la magia del luogo che l’ha vista nascere. Il duo non è solo ma è completato da altri quattro artisti di respiro internazionale, Karl James Petska al violino, Guillaume Lagravière al violoncello, Joshua Ryan Fraknklin al basso e Evan Carson alla batteria e alle percussioni, che sono poi gli stessi che fra il 2015 ed il 2017 hanno accompagnato il binomio di base dal vivo. Questo particolare non è di secondo piano dal momento che l'affinità dei musicisti è già rodata e l'intesa, perfettamente tangibile in quest'opera, garantisce la materializzazione delle atmosfere giuste con la dovuta intensità.
Il repertorio pesca da tutti e tre gli album in studio, con una lieve prevalenza di pezzi provenienti da “Belighted” rispetto a quelli tratti da “Lighthouse”. Tre sole le tracce tratte dall'esordio, due delle quali vengono proposte proprio all'inizio (“Inside” e “Scotland”), ed è molto interessante riviverle dopo tutto questo tempo, in una fase di maturità del gruppo e in una veste sicuramente più professionale. Le melodie sono ancora quelle semplici e affascinanti di alcuni anni fa ma la veste sonora in un certo senso appare rinfrescata. Lo stacco col repertorio più recente si sente, soprattutto quando ci troviamo di fronte a pezzi più sofisticati come la splendida “5/4” proveniente da “Belighted”, con i suoi ammiccamenti poppish, il suo stile accattivante e la voce di Marjana duttile e coinvolgente. Altra performance vocale memorabile è quella che possiamo apprezzare in “Libretto Horror”, tratta invece da “Lighthouse”, splendidamente contrappuntata dal maestoso piano di Gleb.
In effetti la veste live dona a queste tracce un tocco di spontaneità che le rende particolarmente brillanti anche se l'esecuzione è come al solito pulita ed impeccabile. Cupa e dagli impasti blues, “Kos” diventa qualcosa di incredibilmente suggestivo, capace di far scaturire emozioni da provare personalmente sulla propria pelle e con le proprie orecchie. Il pezzo è quello che precede la già citata “Blue Sea”, tredicesima traccia che chiude i giochi e che, come anticipato, ci proietta verso il futuro. In questa traccia le atmosfere e le emozioni prevalgono sulla ricchezza dello spartito e sarà sicuramente interessante scoprire come queste fonti di ispirazione nordiche verranno convogliate nel nuovo materiale. Saremo qui per scoprirlo ma nel frattempo questo disco rimane un prezioso dono per i fan del gruppo e un buon pretesto per avvicinarsi ad esso qualora per motivi incomprensibili risulti per voi un’entità ancora ignota. Buon ascolto e buona visione.



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Jessica Attene

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