Home
 
FABIO GREMO Don’t be scared of trying autoprod./Black Widow Records 2018 ITA

Fabio Gremo è tra i fondatori del Tempio Delle Clessidre, della Prog-metal band Daedalus e del progetto folk-rock IANVA, oltre ad aver collaborato ad altri progetti (come La Curva di Lesmo). Nel 2013 ha pubblicato il suo primo album solista, costituito da pezzi per sola chitarra classica e sul finire del 2018 fa uscire questo secondo lavoro a proprio nome, stavolta avendo accanto a sé un set di musicisti tra i quali possiamo ricordare Marco Fabbri (batterista ex The Watch e Audio’m), Giuseppe spanò (tastierista anche negli IANVA) e Giulio Canepa (chitarra nel Tempio Delle Clessidre). Altri ospiti offrono contributi al sax, violoncello e pianoforte. Fabio, che nei suoi gruppi si occupa solitamente del basso, in quest’album imbraccia ancora una volta anche la chitarra classica e, novità assoluta, è titolare di tutte le parti vocali soliste.
“Don't Be Scared of Trying”, che sembra un auto-stimolo per questo suo nuovo lavoro, si configura quindi come un vero album di rock, costituito da 10 canzoni di durata contenuta (non si toccano mai i 5 minuti) ma costruite in maniera non troppo lineare e con una discreta orchestrazione degli strumenti. Il primo aspetto che siamo curiosi di scoprire è la timbrica e l’approccio vocale, considerando anche che tutte le liriche sono in inglese. Mi sento di dire che il risultato non sia proprio da stigmatizzare, nonostante non siamo certo alle prese con un’ugola d’oro: la voce di Fabio mostra di avere qualche difficoltà quando si tratta di salire di tono ma, su note più basse e senza voler sconfinare in territori a lui non congeniali, il risultato non è male e capita spesso (purtroppo) di sentire di peggio.
Ascoltando le 10 canzoni dell’album, tutte caratterizzate da umori positivi ancorché un po’ malinconici, siamo alle prese con una serie di quadretti spesso caratterizzati da chitarra classica ed acustica, con ritmiche che di rado si fanno sostenute. I toni, anzi, sono spesso rarefatti, con frequenti concessioni a tonalità delicatamente enfatiche su cui il cantato si fa lirico ed evocativo (e sono le tonalità su cui la voce dà il meglio di sé). Una piccola concessione a sonorità più moderne (“Dance of Hope”), così come la relativa batteria programmata, non rovina certo l’atmosfera creatasi con le bella e crepuscolare “By the Fire” e già dalla successiva “Ballad for the Good Ones” i toni si fanno di nuovo eterei.
Da segnalare anche “Hypersailor”, un brano aperto da un coro piratesco che prelude ad una canzone veloce e brillante, ma anche la deliziosa, breve e poetica “Lullabite”. Menzione finale per la title-track che chiude l’album, delicato, etereo e delizioso brano in cui la presenza del violoncello aggiunge una leggera velatura di tristezza elegiaca.
Un buon album, alla resa dei conti, dignitoso e sincero, frutto di un attento ed appassionato lavoro da parte di Gremo; non vi cercate fuochi artificiali o funambolismi perché restereste senz’altro delusi.



Bookmark and Share

 

Alberto Nucci

Collegamenti ad altre recensioni

DAEDALUS Leading far from a mistake 2003 
DAEDALUS Motherland 2011 
IL TEMPIO DELLE CLESSIDRE Il tempio delle clessidre 2010 
IL TEMPIO DELLE CLESSIDRE AlieNatura 2013 
IL TEMPIO DELLE CLESSIDRE Live in Seoul (DVD) 2014 
IL TEMPIO DELLE CLESSIDRE il-lūdĕre 2017 

Italian
English