Interessante debutto discografico per questo gruppo statunitense, che si cimenta in un prog di ispirazione sinfonico-romantica, arricchito da belle melodie che si avvicinano maggiormente ad un sound americano. Gli 8 minuti di "Live for yourself", che apre il cd, chiariscono subito il tipo di musica che andremo ad ascoltare: un insieme di suoni corposo, con le chitarre acustiche e quelle elettriche si fondono con gusto, cui si aggiungono una rimarchevole interazione delle 6 e 12 corde con le tastiere, le belle melodie vocali (con cantato sia maschile che femminile, a una o più voci) e cambi ritmici che fanno passare da momenti rilassati ad altri più veloci. Nella seconda traccia "Words of pain" è avvertibile un inclinazione folk non distante dai Blackmore's Night, con delicate melodie acustiche elargite da chitarre e flauto e dimostrazione di grande leggiadria. In "Long slow journey" emerge invece tutta l'americanità dei Farpoint, grazie alle venature pop e ad un refrain accattivante. Si denota notevole romanticismo nelle strumentali "Chinook", dai toni particolarmente pacati, e "Tartans", in cui emerge un buon progressive melodico, vagamente cameliano. In "Circles" è felice il connubio tra folk e prog, per merito del sempre riuscito mix tra suoni acustici ed elettrici, mentre con "Fade away" si ritorna ad un rock con melodie spiccatamente americane. La suite di 14 minuti "To the river" fa venire a galla tutte le caratteristiche finora evidenziate, risultando di una ricchezza sonora non indifferente e con la ormai ben definita inclinazione romantica. Il finale è affidato alla breve bonus track "Ex animo", registrata nel 1999, che vede sognanti chitarre acustiche accompagnate dal piano. Un album suonato quindi con estrema raffinatezza; tecnicismi messi praticamente al bando, ma tanto tanto cuore che fa apprezzare non poco la proposta di questo gruppo.