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KANSAS Freaks of nature Intersound 1995 USA

Immaginate quale poteva essere l'attesa per questo nuovo lavoro, dopo che per anni si era parlato di un rientro dei KANSAS e soprattutto dopo la misera prova data con "Wheels", unico inedito contenuto nel box del 1994. L'ultimo lavoro in studio risale al 1989, ma vi assicuro che nulla di "Freaks of nature" può essere paragonato al pur sempre ottimo "In the spirit of things": con questo CD i KANSAS tornano indietro nel tempo e tentano, peraltro riuscendoci, di riprodurre il discorso troncato con la defezione di Steve Walsh (1980). E' proprio lui che recupera Phil Ehart (bt), Billy Greer (bs, v, eh acustica), Richard Williams (ch), Greg Robert (tast, v) e David Ragsdale (violino, ch) per ridar vita a uno dei più grandi gruppi progressivi d'America. Jeff Glixman (vecchia conoscenza) suggella con la sua produzione questo gioiello fin dalle prime battute: l'opener "I can fly" fa subito capire che i tempi sono cambiati e che l'originale forza del gruppo è di nuovo incredibile. "Freaks..." è un CD pieno di vitalità, carica esplosiva ed energia, come se a registrarlo fosse stata una band agli esordi piena di voglia di emergere. In primo piano troviamo come ai bei tempi il violino (da non far rimpiangere Steinhardt, il quale pare stia per realizzare un lavoro solista) il quale tesse, assieme alle tastiere, un tappeto sonoro fenomenale, creando intrecci funambolici con le chitarre. La sezione ritmica non perde un colpo e rafforza la struttura dei brani e fa da sostegno alle melodie, sempre accattivanti. Se un punto debole esiste, è purtroppo da ricercare nella voce di Walsh che è davvero arrivata alla fine, ma personalmente riesco a trovare l'insieme sempre estremamente affascinante. Ogni brano meriterebbe una menzione particolare, ma probabilmente devo riconoscere "Cold grey morning" come una vera chicca, essendo stata scritta da Kerry Livgren (membro fondatore dei KANSAS), il quale, unendosi al gruppo, non farebbe altro che dare inizio ad una nuova giovinezza dello stesso. Aspettiamoci comunque grandi cose dal successore di "Freaks...", ma non perdetevi quello che i KANSAS sono oggi.

 

Marco Del Corno

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