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MALIBRAN Oltre l'ignoto Mellow 2001 ITA

Quarto album in studio per i catanesi Malibran; direi che si tratta della loro produzione più matura ed equilibrata. Dietro questa frase talvolta si cela la tendenza a mascherare l'assopimento della verve creativa con un belletto di maturità stilistica, che in sostanza può dar adito a un lavoro pulito e bello stilisticamente ma dal valore artistico decisamente in calando. Succede per molte bands con più dischi alle spalle. Per ciò che riguarda i Malibran, non mi sbilancerò per ora nell'affermare che si tratta del loro miglior album: solo tra un po' di tempo, a mente fredda sarà possibile dirlo, eventualmente. Ciò che intendo dire è che i loro primi lavori erano caratterizzati da una verve naïf e da un entusiasmo giovanile (diciamo così) che portava certamente varie ingenuità, ma che riusciva altresì a farli apprezzare pressoché in modo incondizionato dagli appassionati del Prog romantico. Con "La città sul lago" c'è stato un primo tentativo di limare queste ingenuità e di ponderare di più la propria musica; i risultati sono stati apprezzabili, ma l'album ha rappresentato un passo indietro qualitativo nella discografia dei Malibran, perdendo alcune delle peculiarità della loro proposta. "Oltre l'ignoto", originatosi prevalentemente dalla creatività di Giuseppe Scaravilli, prosegue su quella strada, ma questa volta, secodo me, si ricomincia a marciare in avanti: l'album presenta le caratteristiche che ci hanno fatto amare il gruppo, le atmosfere ariose, gli spunti di flauto e le aperture sinfoniche, quel sinfonismo senza pretese esagerate né compromessi. Il tutto però registrato in maniera soddisfacente, innanzi tutto, ma anche confezionato in modo raffinato (e non parlo solo dell'artwork), con sonorità ancorate al credo originario del gruppo ma che non disdegna innovazioni come brevi spunti di elettronica o brani brevi e spiccatamente intimistici e riflessivi. Il tutto va a formare una specie di concept sul viaggio e la scoperta di terre ignote che si sviluppa lungo tutte le 8 canzoni in continuo, rappresentando pressoché un tutt'unico che scorre via agevolmente ma certamente non in modo da non farci apprezzare ogni suo singolo passaggio. Un album che mi sento di consigliare a chiunque apprezzi il bel Prog di una volta...

 

Alberto Nucci

Collegamenti ad altre recensioni

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