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ELECTRUM Standard deviation Net Dot Music 2002 USA

Il secondo album degli Electrum, trio strumentale composto per due terzi da italo-americani con base nel New England, fa un buon passo in avanti rispetto al suo predecessore (finalmente riesco a dire una cosa del genere per un secondo album!), pur già buono. Le forti, ancorché ben sfruttate, influenze Rush degli inizi si sono notevolmente ammorbidite, in favore di un Prog più orientato al sinfonico, anche se non si può parlare di un album di classico art-rock. Si tratta piuttosto di una collezione di brani che alternano melodie rock, potenti riff, escursioni fusion e anche delicate introspezioni, ma tutto esposto in modo molto organico, offrendo una musica complessa e spesso intricata ma che non perde mai di vista il pallino, ove ogni riff di chitarra non è fine a se stesso ma serve a comporre una miscela notevolmente personale che ancora può ricordare qualcosa di Rush o Mastermind, ma solo a tratti. La band riesce ottimamente a far evolvere brevi passaggi in melodie irresistibili, in maniera solo minimament artificiosa. La musica degli Electrum raggiunge i suoi momenti migliori proprio quando la ritmica si fa potente e la chitarra più aggressiva: allora possiamo sperimentare ciò che un trio del genere riesce a creare, mentre nei momenti più pacati la band sembra perdersi un po'. Si tratta in sostanza di un disco che mi prodico nel consigliare a tutti in quanto, ad un livello qualitativo di tutto rispetto, il gruppo riesce ad affiancare un'originalità piuttosto interessante ed anche una sapiente attrazione per il Prog complesso ed intricato, pur rimanendo relativamente fruibile.

 

Alberto Nucci

Collegamenti ad altre recensioni

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ELECTRUM Frames of mind 1998 

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