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FLOATING STATE Thirteen tolls at noon Lizard 2003 ITA

Il fatto di aver già avuto modo di ascoltare l'ottimo demo dei pugliesi Floating State e le notizie che si erano aggiudicati la vittoria nella manifestazione "Suite per un anno" e che continuavano un'attività live particolarmente apprezzata non facevano che accrescere la curiosità di ascoltare il loro debutto ufficiale. Prevedevo grandi cose, ciononostante questo sestetto è riuscito a stupirmi con un album meraviglioso, che riesce ad andare ben oltre quelle che pure erano aspettative particolarmente rosee. "Thirteen tolls at noon" è incentrato fondamentalmente su due suite: "White flower" di 22 minuti e "Pilgrimage to nowhere" che arriva a superare i 44 minuti. In queste due lunghe composizioni i Floating State mostrano tutte le loro qualità di musicisti e compositori. Abbiamo così aperture sinfoniche di rara bellezza che, similmente a quanto facevano i grandi degli anni '70, sembrano trasportarci in scenari fiabeschi; episodi bucolici e pastorali con affascinanti melodie vocali (anche se la pronuncia inglese non è proprio impeccabile); splendido utilizzo di strumenti a fiato da parte di Michele Meschini e Grazia Stella, capaci di alternare indirizzi romantici e jazzati; una sezione ritmica (Beatrice Biraldi-Francesco Antonino) sfavillante in grado di cimentarsi nei passaggi più variegati e dalla quale emerge un drumming di spessore straordinario; le tastiere onnipresenti di Mimmo Ferri, che, tra passaggi pianistici, rimandi classicheggianti, solos di grande rilievo ed eleganti sottofondi, offre una prestazione maiuscola; la chitarra di Gigi Ferri che passa di continuo da un sound robusto a raffinatezze hackettiane; frangenti solistici in cui tutti i musicisti trovano i loro momenti di gloria; ottima fusione di suoni elettrici ed acustici; situazioni allegre e trascinanti, altre più riflessive ed intimiste... Tutto questo e tanto altro sono i Floating State, che riescono ad amalgamare le loro qualità e le numerose influenze (c'è un po' di tutto: Genesis, King Crimson, VdGG, Jethro Tull, PFM, Scuola di Canterbury, jazz-rock, certo folk-rock) in maniera pressoché perfetta, facendo in modo che le due suite, pur lunghissime, scorrano via con grande naturalezza e non appesantiscano minimamente l'ascolto. Gli altri tre brani presenti sul cd sono piccoli quadretti delicati che mostrano come il gruppo ci sappia fare anche sulla breve distanza. E' raro trovare oggigiorno musicisti già maturi al momento del disco d'esordio; i Floating State riescono a mostrare questa grande qualità con quello che è forse il più bel debut-album di prog italiano dai tempi di "Finisterre".

 

Peppe Di Spirito

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