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SINISTER STREET Trust Musea 2002 NL

Oggigiorno, il new-prog aggressivo con venature AOR è quanto di più prevedibile ci possa essere ed un album come questo ne è la migliore controprova. Si può dire che i Sinister Street se la cavano anche bene con gli strumenti, ma la loro musica è scontata e fredda e non basta qualche cambio di tempo a risollevare le sorti di questo lavoro, che presenta un andamento con ben pochi sussulti. Il brano "Song for a day", in apertura di cd, fa cogliere subito la sostanza e la struttura della musica di questo gruppo olandese: melodie vocali ben architettate, andamento ritmico irregolare e momenti strumentali con cui si cerca, senza trovarla, la soluzione d'effetto. Il techno-rock di "Thin ice" non migliora certo la situazione, creando un pasticcio di sonorità a cavallo tra Asia e Rush, similmente a quanto accade con "Go the distance" e "Turning tide". "Lost for words" è invece un brano più melodico, con qualche momento strumentale più deciso che non riesce comunque ad innalzare lo standard qualitativo dell'album. Molto debole anche "Two in one", lunga ballata, dal refrain poco convincente e ripetitivo (presentata anche in una versione edit per la radio nella bonus track) e la propensione del gruppo a miscelare ballad, prog e AOR è confermata anche da "Midas touch" e "Turning tide", che non si mostrano migliori delle altre tracce. La strumentale "Trust" è forse l'unico brano in cui si intravede la sufficienza, grazie a soluzioni chitarristiche più ispirate e ad un sound aggressivo al punto giusto. Scarsissimi, quindi, gli spunti di interesse in questo disco, per cui, se cercate del buon new-prog, è meglio rivolgere altrove le vostre attenzioni.

 

Peppe Di Spirito

Collegamenti ad altre recensioni

SINISTER STREET The eve of innocence 1992 

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