Home
 
HAIKARA Tuhkamaa Mellow 2001 FIN

Devo ammettere di non conoscere bene la storia di questo gruppo finlandese; so solo che negli anni '70 gli Haikara realizzarono tre album considerati tra le migliori produzioni del prog nordeuropeo di quel periodo. Il 2001 vede il gruppo impegnato in una nuova prova in studio con il solo leader Vesa Lattunen della formazione originale, aiutato da validi musicisti. Non avendo ascoltato nulla della precedente produzione, non ho la possibilità di fare confronti con i vecchi album del gruppo, ciò non toglie che si possa decisamente ammettere che gli Haikara sfornano con "Tuhkamaa" un lavoro di rara bellezza, maturo ed equilibrato al punto giusto tra intensità e atmosfera. Tecnica e feeling, quindi, uniti a situazioni in cui emergono elementi di certo folklore nordico, si manifestano in ogni momento di questo cd, che ha una durata abbastanza breve, ma che è talmente incantevole da non mostrare punti deboli. Emblematica ed esemplificativa della musica del gruppo è la title-track, aperta da lente note di sax e violoncello e che diventa ben presto una ballata per chitarra acustica e voce, col violoncello sempre in sottofondo che dà un senso di malinconia. In seguito il brano diventa più movimentato con interventi musicali eseguiti in grande stile e contraddistinti da un dinamismo notevole e da splendidi passaggi strumentali, prima del finale nuovamente acustico e melodico. In effetti, Lattunen, compositore e polistrumentista, non assurge mai ad unico ed assoluto protagonista, lasciando spesso la scena soprattutto al sassofonista Jan Scheper e al violoncellista Hannu Vivila e facendo valere la sua esperienza esclusivamente in funzione della musica. Brani strumentali, costruiti su ritmiche agili e disinvolte, in cui tutti i musicisti danno il loro apporto, come "Kosovo", "Harlekiini" (bel nome, mi ricorda qualcosa...) e "Hymni" (quest'ultima arricchita anche dalla presenza di un sitar) sono altri esempi lampanti del talento del gruppo. Ma anche la bellissima "Valtakunta" mostra una personalità ed una classe fuori dal comune, così come molto piacevole risulta la conclusiva "Oodi", canzone più melodica con voce femminile. Non lasciatevi sfuggire quest'album; un lavoro del genere, caratterizzato da progressive di altissima scuola, non deve passare inosservato!

 

Peppe Di Spirito

Collegamenti ad altre recensioni

HAIKARA Iso lintu 1975 (Rocket Records 2013) 

Italian
English