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NOUVEL Ultima mano autoprod. 2003 ITA

La più recente release del fantasioso tastierista e compositore Fabio Bernardi, alias Nouvel, raggiunge finalmente i canonici tre quarti d'ora di un disco standard. Diciamo subito che la sfida è vinta, dati i diversi motivi di novità e di interesse. Il materiale era stato composto anni addietro e inizialmente doveva far parte di un Requiem in stile new age (!): in seguito il tutto è stato riadattato appositamente per uno spettacolo teatrale di E. Faina imperniato sulla pena di morte. Con tali premesse non sorprenderà che il CD in qualche modo si stacchi dalla precedente produzione targata Nouvel, anche se certe costanti sono comunque immediatamente identificabili. L'opera si delinea nella sua cupa maestosità fin da "Introitus", in cui serpeggia un composto spleen stemperato nella grandiosa architettura sinfonica; ritroviamo i medesimi stilemi in "Kyrie Eleison", dove la sagacia melodica di Bernardi sa farsi valere, specie nelle partiture degli archi. Si sale ulteriormente di livello con "Dies Irae", che presenta un quieto pianoforte in apertura ma prosegue in chiave stentorea, e la cornamusa dona un bel tocco celtico-medievale. Quanto mai dark, sia pure in un'accezione teatral-drammatica, è invece un altro vertice del disco, ovvero "Miserere Mei": gli accenti classicheggianti dell'organo rendono verosimile l'accostamento con Jacula e Antonius Rex. La difficile materia è trattata con competenza, e non scade nel kitsch neppure la citazione di Chopin nel finale. Il concept si chiude con "Quiete", un pezzo abbastanza ritmato - a dispetto del titolo - e appena più 'solare' rispetto al resto dell'album. Come bonus track troviamo la diafana e suggestiva "Rising", i cui dieci minuti di cosmicità, alla ricerca di arcane e sconosciute dimensioni, si riallacciano a "Flash-back", presente in "Fragments...": tale indagine dell'Infinito è decisamente riuscita. Completa il CD una sezione multimediale che comprende, fra l'altro, un video bello, poetico e per nulla invadente (all'opposto, insomma, della triste prassi di certa musica da vedere), esplicitazione diretta di quella che è l'urgenza di Fabio Bernardi: l'interscambio operativo fra le varie forme artistiche, in effetti irrinunciabile, oggigiorno, nel mondo della comunicazione globale.

 

Francesco Fabbri

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