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SUPERNOVA |
Uno punto infinito |
autoprod. |
1998 |
ARG |
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Un dischettino di rock sinfonico fresco fresco, senza pretesa alcuna, ci viene confezionato da questo trio argentino. Il disco raccoglie 8 composizioni strumentali dalla durata media di 8-9 minuti, giocati sul continuo intreccio batteria/tastiere, con ritmiche talvolta jazzate, ma dai connotati nettamente sinfonici (come specificato anche in copertina, a scanso di equivoci); qualche sporadico intervento di flauto, qualche buon contrappunto del basso (che forse sono le cose migliori dell'album). Purtroppo le sonorità delle tastiere lasciano molto a desiderare: niente suoni ampi ed avvolgenti, bensì suoni che danno impressione di artificialità e artigianalità povera. I brani non danno idea di seguire un flusso logico, bensì di essere una raccolta di temi e spunti slegati l'uno dall'altro. D'altro canto, lo si sarà già capito, non ci sono compromessi stilistici, né tentazioni easy; a volte i brani hanno incedere epico, ma ciò a parer mio si scontra con la povertà dei suoni delle tastiere, che rende il tutto molto casereccio e un po' goffo. Se il gruppo avesse potuto impiegare qualche mezzo in più forse sarebbe venuto fuori un buon album; così ci sono idee mal espresse e purtroppo messe in pratica non benissimo.
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Alberto Nucci
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