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A PIEDI NUDI A piedi nudi Mellow 1993 ITA

Può capitare che la realtà si riveli migliore delle speranze. L'impatto con l'omonimo cd degli A Piedi Nudi presenta una certa somiglianza iconografica con il disco del grandioso Balletto di Bronzo. L'auspicio di essere di fronte ad un gruppo che riconosca la maestria del Balletto si confonde col timore di incontrare sterili emuli sprovvisti della classe indispensabile per dare senso ad una tale proposta. Grande la sorpresa e la gioia al contatto con la musica di questo quintetto: fantastiche armonie scaturiscono dalla lotta fra i suoni... come era caratteristica dei maestri, accordi cupi e dalla devastante forza d'impatto incorniciano una storia narrata (alla stregua dell'irraggiungibile "YS" del Balletto) che, come didascalia in un film muto, illustra gli scenari dipinti da chitarre distorte, sontuose tastiere ed una validissima sezione ritmica impostata a supporto melodico e non ritmico. Risulta sorprendente leggere che il gruppo, alla prima prova, dia forma a sonorità tanto dense e corpose rimanendo in studio per soli sette giorni... tutto torna quando sì nota che ad occuparsi dei suoni e del mixaggio è Paul Chain (nome di assoluta rilevanza del panorama underground italiano). L'intelligenza nel gestire i suoni e la caratura delle discordie create dall'accostamento di questi, l'alone di misticismo e solennità che è stato dato al lavoro e la padronanza della materia che il gruppo mostra avere rendono l'opera prima degli A Piedi Nudi meritevole di un grande plauso. Se riusciranno a progredire nella ricerca di nuove soluzioni d'utilizzo per le sonorità di cui sono capaci (che richiamano i gruppi più valenti della scena prog italiana anni 70... oltre al Balletto i JET, gli Osanna, i Trip e simili) gli A PIEDI NUDI saranno ricordati per molto tempo.

 

Luca Rodella

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