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ECLAT II Musea 1992 FRA

ECLAT rappresenta l'evoluzione di ECLAT DE VERS, gruppo che già da un paio di anni cavalca le scene progressive francesi. Naturalmente Musea non si è lasciata sfuggire questo valido ensemble reclutandolo nella propria scuderia. "II" è uno di quei dischi di cui risulta difficile dare una sintesi significativa dei contenuti in poche parole. Non sono infatti rimasto immediatamente entusiasmato da questo lavoro, ho avuto bisogno di un certo numero di ascolti prima di padroneggiarlo appieno e di rimanerne sinceramente colpito. Non si tratta sicuramente di una di quelle opere per cui possiamo scomodare la dicitura capolavoro ma nel suo sviluppo sonoro può sicuramente coinvolgere chiunque ami la corrente progressiva francese; infatti proprio nella scuola prog d'oltralpe che il gruppo affonda le sue radici, oltre che a livello melodico anche per tutto quello che riguarda il concept, la struttura concettuale dell'opera, traducendo con sonorità piuttosto moderne quell'alone di fantasiosa teatralità che aleggiava su ANGE & co.
Il gruppo si muove infatti lungo linee sonore sempre piuttosto crepuscolari, che risentono indubbiamente, a livello strumentale, della leadership compositiva del chitarrista e vocalist Alain CHIARAZZO. E' infatti la chitarra a fare da dominatrice in questo lavoro, costringendo le keyboards ad un anonimato da sottofondo che raramente viene interrotto da assoli. La dimensione melodica degli ECLAT è probabilmente da ricercare in un folk moderno, con frequenti riferimenti a sonorità medioevaleggianti, sempre tradotte in un contesto fortemente rock. Si prenda ed eloquente esempio "Vitirol" che sviluppa il tema di una formula alchimistica del medio evo simboleggiante il travaglio interiore dell'uomo in viaggio verso la saggezza, o la gradevole "Se tu an tan" che riprende un canto celtico augurale innalzato all'arrivo della primavera, che sovrappone a schemi tipici della scuola prog francese un incedere più folkeggiante. Non molto gradevole, è "Cinq quart", un po' troppo ripetitiva, mentre molto belle sono le successive "Page oriental" dai toni orientaleggianti, omaggio al grande Jimmy PAGE a cui CHIARAZZO sembra nettamente ispirarsi per le sue composizioni ed esecuzioni e l'eterea "Tau". Devo ammettere che non saprei se consigliarvi l'acquisto o meno di tale lavoro, non che non mi abbia deluso, anzi, ma "II" non rappresenta sicuramente un qualcosa di progressivamente canonico. Per fare qualche riferimento potrei citare gli EDHELS o per qualche verso i primi ELIXIR, certo è che il CD conserva tutto quell'alone di mistero, quasi metafisico, che sembra caratterizzare molti dei gruppi prog francesi, soprattutto contemporanei.

 

Giovanni Baldi

Collegamenti ad altre recensioni

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