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CHANETON The first lights of the century Sadaic Biem 2004 ARG

Sono passati più di quindici anni, eppure ancora in molti non hanno digerito l'abbandono di Fish dai Marillion dopo la realizzazione di "Clutching at straws". Senza voler ripercorrere le tappe fondamentali della carriera della band paladina del new-prog evidenziando quelli che, a parere dei fan della prima ora, sono i difetti dell'era Hogarth (in pratica l'allontanamento dalle sonorità e dallo stile dei primi album), non si può negare che ci siano stati molti gruppi negli anni recenti a tentare di ripercorrere certe strade. Ma raramente si è ascoltato un album che tanto riesce a ricordare i primi lavori dei Marillion come questo "The first lights of the Century" degli argentini Chaneton. Quante volte ci si domanda cosa avrebbero realizzato Rothery & Co. se Fish avesse continuato con loro? I Chaneton provano ad immaginare i possibili risultati con un disco marillioniano dal primo all'ultimo minuto, attraverso dieci tracce che presentano tutti gli ingredienti che ancora oggi fanno amare quei lavori che, a partire da "Script for a jester's tear", rappresentano dei capisaldi del new-prog. L'operazione certosina dei musicisti argentini fa sì che la loro fatica venga premiata, rendendo questo cd sì una clonazione, ma dimostrando anche che a volte, se supportata da cuore, passione e discrete capacità compositive, la mancanza di personalità e di originalità non rappresenta affatto un difetto che porta ad una bocciatura. Se siete tra coloro i quali non si stancano mai di ascoltare "Chelsea Monday", "Forgotten sons" o "Warm wet circles" potete andare a colpo sicuro con quest'album che certamente ridesterà il Jester sopito che è in voi.

 

Peppe Di Spirito

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