Ricordate i Kyrie Eleison? Per chi non ha molta dimestichezza con questo nome, ricordiamo che si tratta di un gruppo austriaco che nel 1976 realizzò “The fountain beyond the sunrise”, uno dei più interessanti dischi intrisi di un sound derivante dai migliori Genesis. Negli anni recenti, la mente principale di quella band, il keyboards-man Gerald Krampl, si è cimentato nel progetto Agnus Dei, caratterizzato da una serie di cd strumentali basati su piano e tastiere e con i quali si cerca di unire musica e poesia. Ma andiamo con ordine… Il più recente album è “Gaia”, oggetto della recensione e praticamente incentrato su delle poesie che hanno per oggetto la Terra e le meraviglie della natura. La musica è tutta imperniata, come già accennato, su piano e tastiere e segue un’impostazione molto vicina alla new-age, con qualche piccolissimo accenno anche al rock sinfonico e al romanticismo classicheggiante. Come spesso accade in lavori del genere, il risultato finale è scorrevole, ma alla lunga un po’ ripetitivo e può essere considerato come piacevole sottofondo. Difficilmente, invece, darà grosse soddisfazioni se ci si concentra al massimo sulla musica per tutta la durata del cd o se si aspettano cavalcate tastieristiche. Ma parlavamo anche di poesia. E infatti, ad accompagnare il dischetto, c’è un booklet contenente un poema per ogni brano. Si tratta di versi scritti da Hilde Krampl, moglie di Gerald, purtroppo deceduta nel 2002 a causa di un male incurabile. “Gaia”, quindi, è un prodotto destinato soprattutto agli amanti di new-age, più che agli appassionati di prog sinfonico. E se apprezzate i lavori in questo campo dei vari Wakeman, Kitaro e Vangelis potete avere un’idea abbastanza precisa di quello che vi aspetta.