Per la band veneta questo è il secondo album; dopo il CD di debutto "Impossible is possible" (1993), un album non proprio eccezionale, questo "Sublime dreams" rappresenta di più le potenzialità che i MARATHON possono avere. Mentre il primo presentava un rock di sottofondo, ovvero che non riusciva a catturare appieno l'attenzione dell'ascoltatore, il secondo appare, fin dalla prima traccia "Rites", molto più grintoso, presentando una musica che come fonti d'ispirazione paritarie pare avere i RUSH ed i MARILLION. nel Nordeuropa ci sono molti gruppi del genere, ma non in Italia, ed i MARATHON riescono comunque ora a ritagliarsi un proprio spazio. Le tastiere sono molto più presenti ed incisive ora, ciò è sintomo e conseguenza di un maggior affiatamento nel gruppo, ciò che l'ha portato alla costruzione di un album compatto, duro ed incazzato al punto giusto, ma che conserva connotati di rock melodico, nonché pause e spezzettature atte a far sì che la musica non scivoli via dal primo all'ultimo minuto come acqua sulla roccia. Quello che mi ha maggiormente colpito, è l'acquisizione di una notevole professionalità negli arrangiamenti e nella costruzione dei brani; se è vero che le 8 canzoni non sono destinate a diventar dei classici e che non ce n'è una che si eleva sulle altre nettamente, è pur vero però che il disco mantiene un buon livello qualitativo dal primo all'ultimo minuto. Si tratta di un album quindi che non pretende molto, ma che è capace di offrire qualcosa di valido. Per gli amanti del genere si tratta di un acquisto quasi obbligato.