Home
 
GARDEN WALL Towards the silence Mellow Records 2005 ITA

Con la dirompente forza di un uragano tornano fra noi i Garden Wall di Alessandro Seravalle, in assoluto uno dei personaggi più acuti e sensibili del panorama alternativo nostrano. "Towards The Silence" è la logica continuazione progettuale di quanto espresso in "Forget The Colours", e, se possibile, va addirittura oltre, risultando un autentico cazzotto in faccia a chi, nella musica, cerca tenere rassicurazioni. A metà fra l’incubo e la lucida follia, Garden Wall dunque spiazza ancora, e con la delicata ferocia che gli è propria avvince senza ritegno.
“Caesura” è traccia subito paradigmatica: su una brutale base che combina King Crimson e Tool si innestano i vocalizzi teatrali di Seravalle, abile a passare da un potente registro hammilliano a preziosismi degni di Stratos. Veramente carica di malessere è poi “Luna”, col suo aggressivo riff tra post-grunge e nu-metal e le medianiche narrazioni in varie lingue. Qui come altrove si nota la modernità nella ricerca timbrica, vedi il rullante ‘sonoro’ sul modello dei Metallica di “St. Anger”; lo storico combo di San Francisco è, almeno in parte, tenuto in considerazione nelle sfuriate thrashy di “Bottom”, i cui dieci minuti e mezzo dichiaro di gradire in modo speciale in virtù dei cambi di atmosfera, vedi i veloci assoli jazzati semiacustici dell’ospite Alex Stornello e le rarefazioni space che interrompono l’assalto frontale. Dunque in Garden Wall nulla è melodicamente scontato, e a Seravalle & soci interessa prima di tutto sperimentare: lo si evince dalle dissonanze e dalla ritmica frastagliatissima di “4” (i grandi, misconosciuti Ixt Adux sono dietro l’angolo), dalle curiose schitarratine quasi funky di “Inadeguato”, dal tappeto di synth che stempera le spigolosità di “Τομέ”, e dal robotico, minimale kraut-rock di “Der Stille Entgegen”.
E’ tuttavia importante rimarcare che il disco è, nel suo complesso, omogeneo, e ciò è indice di chiarezza d’intenti. Seravalle e i suoi accoliti Camillo Colleluori (batteria), Raffaello Indri (chitarre) e Pino Mechi (Chapman Stick) hanno quindi colto nel segno; resta ora da vedere quale pubblico conferirà l’adeguato feedback. Seravalle si era giustamente lamentato delle ristrettezze mentali di certi canonic-progsters, aggiungendo di aver riscontrato una maggiore attenzione da parte dell’ambiente metal. Pur sconsigliabile ai deboli di cuore (e di spirito), "Towards The Silence" è altamente raccomandato a tutti gli amanti di un sound avventuroso e senza paraocchi.

 

Francesco Fabbri

Collegamenti ad altre recensioni

GARDEN WALL Principium 1993  
GARDEN WALL Path of dreams 1994 
GARDEN WALL The seduction of madness 1995 
GARDEN WALL Chimica 1997 
GARDEN WALL Forget the colours 2002 
GARDEN WALL Forget the colours 2002 
GARDEN WALL Towards the silence 2005 
GARDEN WALL Assurdo 2011 
GENOMA Silenzioso 2014 

Italian
English