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BALTIK Baltik CBS 1973 (Green Tree 2004) SVE

Splendida occasione di ristampa per quello che nella Svezia degli anni Settanta veniva considerato un vero e proprio supergruppo. Attorno a questo progetto, che ha prodotto con questo moniker un unico album, ruotano personaggi come i chitarristi Bengt Dahlén (più famoso per aver militato con i Fläsket Brinner e per aver collaborato con Mikael Ramel) e Janne Schaffer (che vanta un discreto numero di collaborazioni con diversi artisti svedesi fra cui Pop Workshop, Opus III & Friends e Isildurs Bane), Il tastierista e sassofonista Björn J-son Lindh (Atlantic Ocean, Berndt Staf, Isildurs Bane, Turid, Tribute), il bassista Göran Lagerberg (Kebnebaise, Egba, Bo Hansson) ed il batterista Ola Brunkert (Opus III & Friends, Pop Workshop). Attorno a questo nucleo di musicisti accreditati, che a diversi livelli hanno intrecciato le loro ricchissime carriere, viene ad aggiungersi una serie di artisti più meno noti che portano il loro non indifferente contributo, alternandosi nel corso delle undici canzoni di questo bellissimo lavoro. Fra tutti sicuramente va segnalata la cantante Beverly Glen (già al fianco di Björn J-son Lindh) che presta la sua voce da solista, incisiva e brillante, in un paio di composizioni. Una di queste, la seconda, è fra le tracce più belle: "Wildness Meant My Freedom". In apertura la voce, squillante ed emozionante, di Beverly viene accompagnata solo dal pianoforte, è romantica e struggente e decisamente esplosiva sul finale quando si lancia su note alte in un crescendo in stile Gospel. L'effetto è sorprendente, specie perché il brano in questione si colloca dopo una traccia di apertura, la breve "Leslie Briggs", che si propone come una sorta di tarantella epica con solenni schitarrate che ricorda molto i Kansas. Altri brani hanno un'impronta decisamente americana, come la bellissima "Keep On The Run" che sembra uscita dal repertorio dei Jefferson Airplane. In questo caso è John Gustafson il lead vocalist, sostenuto comunque da un coro di voci femminili fra cui spicca ancora la voce di Glen. In quella che si propone come una canzone lineare spiccano comunque graziose rifiniture di Moog, chitarra e basso, quest'ultimo sempre in primo piano. Altre tracce che sembrano avere un'impostazione tipicamente southern, come "City Girl", si trasformano sul più bello in un complesso intreccio strumentale, dal sapore epico, con riff possenti e una acidissima chitarra solista che si fa spazio fra le trame del pianoforte e del vibrafono che si ode un po' in lontananza ma che offre degli interventi incantevoli. E' evidente che lo stile dell'album è quanto mai vario e discontinuo, grazie anche al gran numero di personaggi che intervengono. Si passa da canzoni romantiche e sognanti a pezzi rock blues più ordinari e disimpegnati a momenti accattivanti di jazz prog, come nella preziosa "No Registration Please" che sfoggia splendidi assoli di flauto e piano elettrico ad opera di Björn ed un lavoro di classe e maestria alla chitarra elettrica da parte del grandissimo Jan Shaffer. Mancano, in tutto questo, riferimenti alla tradizione svedese, come del resto accadeva in molti gruppi locali del periodo, lanciati nell'emulazione dei modelli inglesi e americani. Purtroppo il booklet che correda questa ristampa manca totalmente di notizie biografiche, ma c'è di buono che la registrazione originale è stata rimasterizzata, donando maggiore brillantezza ad un album godibilissimo, suonato con stile, dinamico ed accattivante.

 

Jessica Attene

Collegamenti ad altre recensioni

FLÄSKET BRINNER Fläsket 1972 (Polydor 2002) 
FLÄSKET BRINNER The Swedish radio recordings 1970-1975 2003 

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