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SANNIDEI |
Frammenti di realtà |
autoprod. |
2006 |
ITA |
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Ci sono dei gruppi che mandano cd in redazione ma col progressive (ma esiste il rock-progressive poi?) c’entrano veramente poco o niente… Ogni tanto tra tutti questi lavori spuntano dei gruppi come i Sannidei che pur non suonando questo genere musicale secondo me sono trasversali, nel senso che possono veramente piacere a tutti.
Questo di cui andiamo a parlare è il loro quinto lavoro, e la musica che ci propongono è un rock blues potente, divertente e fatto veramente bene. I ragazzi provengono da Aosta, si sono fatti le ossa nei club piemontesi e il loro nome in pratica deriva dalla storpiatura di una canzone dei Free (sunny day). Già dal loro nome quindi si può capire a quale genere musicale mostrano particolare attenzione.
I riferimenti al poprock italiano anni 70 in ogni caso ci sono (così i puristi sono contenti), i primo nomi che mi vengono in mente sono quelli del Balletto di Bronzo periodo "Sirio 2222" (non so perché ma una cover di "Neve calda" fatta da questo gruppo non la vedrei malissimo), e dei Garybaldi di Bambi Fossati.
Aspettatevi quindi tempi in 4/4, chitarre attaccate direttamente ai Marshall (anche se in verità il chitarrista usa un ottimo Mesa boogie), testi che, anche se si allontanano poco dallo stereotipo rock&roll, denotano una certa originalità (esempio... "tu sei come la modella che si priva del suo cibo, per sembrare bella e snella in un mondo artificiale come te"), cantati rigorosamente in italiano.
Un gruppo ben assortito con un cantante, Diego Tuscano, ben immedesimato nel ruolo e che a me piace veramente tanto, come amo molto il suono che produce con la sua Gibson SG il chitarrista Giancarlo Ventrice.
Logicamente le persone che non amano agitare il sedere allegramente lasciassero stare questo lavoro, perché le 10 tracce (più un undicesima ghost alla fine) che compongono questo cd, trasudano un energia che solo il rock nudo e crudo sa dare. Pezzi come "Scenica", "Sannidei" e "Colore diverso" sono secondo me le punte di diamante di questo lavoro e ci ricordano che si può esser fighi anche facendo cose lineari e semplici purché fatte con impegno e cuore.
I Sannidei fanno musica buona per l’autostrada: finestrino aperto, 130km/h (attenti alle multe), stereo a palla, e melodie semplici ma che ti rimangono in testa.
Se in Italia hanno avuto successo gruppi come Negrita perché non dovrebbero averlo i Sannidei? Speriamo per loro che sia così.
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Antonio Piacentini
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