Avvicinandosi al ventennale di attività, i new-proggers di Stoke-on-Trent sentono l'esigenza di guardarsi un po' indietro e ripercorrere i propri passi, dopo una carriera costellata di album di buon successo, fallimento di etichette e colpi di sfortuna. Ecco che quindi i superstiti di una formazione in continuo cambiamento decidono di riprendere alcuni titoli dei primissimi lavori del gruppo, due dei quali usciti negli anni '80 solo su cassetta, e di riproporli in versione aggiornata, con la line-up venutasi a creare nel frattempo. Solo due sono dunque i membri fondatori dei Final Conflict che hanno resistito allo scorrere del tempo e alle mille vicissitudini di questi due decenni, ovvero i due chitarristi e cantanti Andy Lawton e Brian Donkin. Un'altra delle colonne portanti del gruppo, anche se non dai suoi inizi, ovvero il batterista Chris Moyden, muore purtroppo non appena completate le registrazioni di quest'album. A questi si aggiungono i nuovi acquisti, nelle persone di Steve Lipiec alle tastiere e Chris Chalk al basso. Come detto, a chi conosce il gruppo fin dagli inizi le tracce di questo nuovo lavoro non appariranno sicuramente nuove, essendo già state presentate già in altri contesti; una chicca per quanti comunque avessero apprezzato la musica dei Final Conflict è la presenza di alcune tracce tratte da "Channel 8" e "The time has arrived", due concept album pubblicati solo su cassetta. La musica del gruppo ci parla di un rock piuttosto mainstream condito da sonorità new Prog e comunque con soluzioni non sempre lineari. Certo è che comunque certe altre parti non fanno molto per farsi apprezzare ad un pubblico Prog ed alcune tracce, che avevano un senso se inserite nel contesto degli album di appartenenza, ascoltate qui da sole lasciano, a voler esser buoni, del tutto indifferenti. Si tratta di un album a tratti gradevole ma che scivola via senza lasciare tracce.