Disquisire al riguardo di un eminente personalità artistica come S. House vuoi dire tracciare quasi una particolareggiata storia della musica rock scandagliata nelle sue più differenti sfumature: infatti questo polistrumentista britannico ha maturato la propria tecnica esecutiva e accresciuto una maturità compositiva straordinaria espandendo i confini dell'immaginario sonoro attraverso una serie di vaste esperienze che lo hanno visto coinvolto in progetti importanti quali i seminali alfieri del dark-sound High Tide, passando successivamente negli Hawkwind, nella realizzazione della colonna sonora del "Macbeth" di Polanski, in collaborazione con l'ennesima entità di notevole importanza quale la Third Ear Band, ensemble dedito a coniugare atmosfere ipnotico-ancestrali-esoteriche su rivoli di spumeggianti alchimie acustiche, fino all'impegno prestato a D. Bowie sul finire dei '70s, che frutterà un tour mondiale e un conseguente doppi album dal vivo. Con "Yassasim" Simon ci regala un'opera dove i suoni si spingono al limite dell'universo conosciuto, dove le frequenze sintetiche e le volute disegnate dal violino risultano infinitamente lontane, dotate di un registro tipicamente solenne, talvolta incalzante, traendo linfa vitale da un sublime lirismo cosmico che culmina nell'elaborazione di autentiche cavalcate stellari inframezzate da parentesi di profonda quiete dove i climi si mostrano più liquidi e rarefatti.