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DALTONIA Observador de un universo autoprod. 1999 (2002 Mylodon) CHI

Disco d’esordio per questo band cilena. Gruppo molto particolare che unisce al sound sinfonico molti momenti acustici con elementi folk con testi poetici recitati dal group leader e compositore Cristian Céspedes. Non mancano, per brevi tratti, accenni fusion con leggere trame jazzate. Questa particolare impostazione crea un divario piuttosto netto tra le parti recitate e le parti strumentali, spesso molto ariose e intelligenti, talvolta in sapore neo progressive. Il materiale che compone questo disco deriva dalle lunghe session del gruppo che ha lavorato per creare le basi sulle quali Céspedes ha poi inserito i testi delle sue poesie, come detto non cantate, ma recitate seguendo la musica e variando il tono non solo in base ai contenuti dei testi, ma anche in funzione di alti e bassi musicali.
Il contrasto a cui ho accennato è quindi l’elemento perno del lavoro e ammettendo di essere rimasto molto affascinato dalle trame musicali, devo dire che effetto ben diverso mi hanno fatto le parti recitate: non certo brutte ma piuttosto pesanti, anche puntando oltre al problema linguistico, comunque relativo, vista la facilità di espressione di Céspedes. Credo che il punto dolente sia da ricercarsi in una certa monotonia metrica degli scritti.
Per citare qualche riferimento musicale credo non possa non saltare fuori prepotentemente lo stile di Steve Hackett, specie quello del periodo di Spectral Mornings, mentre i momenti di chitarra acustica sono più riferibili a lavori come The Bay Of Kings e proprio da questo album troviamo qui una rivisitazione delle splendida “Black Light”. Molto bello il lavoro di mellotron, sempre di Céspedes, tanto da meritare l’immediato inserimento nelle liste di PlanetMellotron. Indiscutibilmente ci sono anche rimandi più moderni e neo progressivi e per citare qualche nome direi IQ, Lamdmarq e Marillion. Di questi ultimi alcuni passaggi nella lunga “Es Hora” sono eloquenti. Tra i brani, oltre al già citato, ho preferito “Retorno A Kadiem” per le notevoli parti in arpeggio e “Observador Del Universo II “ per gli intriganti sviluppi sinfonici.
Tutto sommato un buon esordio che lascia ben sperare per il futuro, anche se non sarebbe male unissero all’ottima quota strumentale, dei cantati veri e propri e non solo l’esposizione recitata dei testi.

 

Roberto Vanali

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