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CONVENIENS Clear autoprod. 1987 (autoprod. 2008) USA

Dai sotterranei dell'avanguardia statunitense riesumiamo una strana formazione anni ottanta, i Conveniens, sorta di duo avant-jazz composto dal tastierista David Sterling Smith e dal batterista John Maz. Attivi fra il 1984 ed il 1987 circa, data di uscita del loro terzo ed ultimo disco "Clear", i Conveniens sono rimasti celati nell'ombra senza attirare grandi clamori di critica, dediti ad una sperimentazione sonora piuttosto spinta lontana dai gusti del grande pubblico ed ancor più lontana dai meccanismi del business discografico che conta. "Clear", originariamente stampato in edizione ultra limitata con vinile trasparente, viene dunque riedito in un bel formato digitale... ed ancora una volta elegantemente trasparente. Il terzo e presubilmente miglior disco dei Conveniens in effetti si pone all'ascoltatore come una stravaganza di un certo peso, musica rarefatta ed astratta, jazz futuribile ed allucinato che sembra suonato da un'ensemble di androidi in un qualche scantinato del XXII° secolo. Il tastierista David Sterling Smith ha professato in passato il suo amore verso Keith Jarrett ed i suoi retaggi pianistici si ascoltano pienamente in brani melodici e sorprendentemente romantici come ad esempio "Cadium Red", ariosa composizione per pianoforte e flauto, oppure ancora nella partitura per solo pianoforte di "Efiltsitra". In generale le composizioni di questo cd si svolgono attraverso l'improvvisazione più avanzata, un flusso musicale che prende la forma di un free-ambient jazz contemporaneo ed attuale: in diversi brani si sente l'influenza dell'allora nascente (siamo nella seconda metà degli anni ottanta) house, techno ed hip-hop, con i suoi risvolti minimal ed ipnotici, sonorità che in un modo o nell'altro godono ancor oggi di un grande riscontro. L'opener "Mazman" è un chiaro segno della direzione artistica che hanno presto i Conveniens, un rarefatto tappeto di sintetizzatori a ricreare un'atmosfera ipnotica e spaziale, sopra una base ritmica tribale e frenetica; il ricorso alle più innovative tecniche digitali del loop ci porta in territori ostici ed ossessivi come "Night Caution", mentre in diversi momenti del disco si affaccia curiosamente anche un accordion ("suonato" da certo Tom Jonus Aitis) a dare in brani come "Da Da Ack, Death By Poetry" uno strano ed intrigante sapore folkloristico e rurale. Da notare che in questa ristampa è presente un brano inedito, un significativo "Epilogue" in chiusura del disco. E' davvero un peccato che i Conveniens non abbiano ricevuto più attenzioni di quanto meritassero, magari la ristampa di "Clear" potrebbe ridare loro un minimo di visibilità e considerazione in proporzione alle loro intuizioni coraggiose e talvolta innovative.

 

Giovanni Carta

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