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            | ZAO | 
            In Tokyo | 
            Musea | 
            2007 | 
            FRA | 
           
           
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            Zao è un nome che è leggenda per gli appassionati di prog. O, meglio, per appassionati di certo prog: specificamente, quelli legati alle sonorità zeuhl e jazz-rock. La formazione transalpina, infatti, fu creata all’inizio degli anni ’70 dal fiatista Yochk’o Seffer e dal pianista Francois “Faton” Cahen, entrambi reduci dalle esperienze con i Magma. Dopo un primo disco in cui si cimentavano in un’affascinante forma di zeuhl, gli Zao hanno man mano sviluppato un personalissimo jazz-rock, contaminato a volte con il folk, a volte con suoni mitteleuropei, a volte con la musica classica contemporanea e, nonostante gli avvicendamenti in formazione (che hanno visto strepitosi musicisti francesi alternarsi nella line-up), sono sempre riusciti a mantenere standard qualitativi molto elevati. Negli anni recenti è giunto anche per loro il momento della reunion, che ha dato frutto a questo nuovo cd, registrato dal vivo in due concerti tenuti a Tokyo nel 2004. I due fondatori si sono circondati come sempre di validissimi collaboratori, a partire dal bassista Gérard Prévost (già membro della band in passato) e dal batterista François Causse, ma le vere novità risultano nell’apporto di Cynthia Saint-Ville, ugola d’oro che con personalità recupera certi elementi zeuhl che sembravano persi nel tempo, e Akihisa Tsuboy, il fenomenale violinista che ha legato il suo nome ai KBB, gruppo che figura tra i portabandiera del prog giapponese moderno. Inutile dire che la miscela esplosiva dà vita ad un’esibizione straordinaria. Per quasi un’ora e un quarto siamo travolti piacevolmente da questo jazz-rock che sa alternare momenti di fisicità, eleganza, integrazioni folk, zeuhl e anche un po’ di maniera (ma musicisti di tal calibro se la possono permettere). I membri del gruppo interagiscono tra loro alla grande e mettono al servizio la loro esperienza e la loro classe per elargire intrecci fenomenali e momenti solistici da brividi. Bravissima anche la cantante, pronta a ritagliarsi i suoi spazi senza invadenza e con vocalizzi sempre particolari e affascinanti. Preparate un po’ di spazio sui vostri scaffali, perché “In Tokyo” deve finire presto vicino ai vari “Z=7L”, “Shekina”, “Kawana”, ecc.  
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        Peppe di Spirito
        
        
        
        
          
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