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BLUE EFFECT (& Hosté) Live Supraphon 2008 CZE

Questo album segna un grande evento e cioč il ritorno dei Blue Effect che allo stato attuale si riducono al solo Radim Hladík, chitarrista e leader storico di questa band fondamentale per il prog cecoslovacco, piů una serie di giovanotti, che attualmente costituiscono appunto i nuovi Blue Effect. La nuova versione della band č sicuramente un progetto che Hladík usa per divertirsi, anche se sotto questa veste non proprio credibile a prima vista per il suo assetto interamente sovvertito, il maestro continua a portare in giro per i club ottima musica live. Il repertorio varia fra la riproposizione di vecchi successi e qualche nuova composizione ed č sicuramente bello vedere che Radim, un tempo figura chitarristica di riferimento per il panorama musicale dell'est, sia ancora in gran forma e appaia come una persona equilibrata, serena e ancora sicura di sé. Questo CD non č comunque incentrato sui nuovi Blue Effect, anche se i giovanotti sono fondamentali per la messa in atto del concerto, ma rappresenta un momento celebrativo dei vecchi fasti del gruppo, che passa in rassegna il vecchio repertorio, nelle sue diverse fasi artistiche, grazie all'aiuto di ospiti d'eccezione. Intervengono infatti Viktor Sodoma e Jan F. Obermeyer, rispettivamente cantante ed organista dei Matadors, la prima band di Radim, Vladimír Mišík, primo cantante dei Blue Effect, proveniente anch'egli dai Matadors, Lešek Semelka, ex voce dei Blue Effect ed infine Oldřich Veselý, tastierista e cantante degli ultimi M. Efekt, nonché dei Synkopy. Il repertorio parte da quello dei Matadors con "Indolence", la cover di John Mayall "I'm So Lonesome", e "Get Down For The Tree". Riscopriamo un Sodoma invecchiato bene e con una voce anche piů calda di quella acerba adolescenziale ed i pezzi, tutti improntati al beat, sono di sicuro divertimento. Dei primi Blue Effect viene riproposta la celebre "Slunečný hrob", in cui si esibisce Vladimír Mišík, anch'egli con una voce ancora discretamente piacevole, anche se decisamente mutata nel tempo, "I Like The World (Sun I So Bright)", dal primo EP del gruppo e "Rainy Day" da "Meditace". Dal meraviglioso album "Nová syntéza 2" del 1974 viene proposta una sola traccia, una bella versione di "Je třeba obout boty a pak dlouho jít", mentre dal disco successivo viene ripreso un grande cavallo di battaglia di Hladík, e cioč lo strumentale "Čajovna", che ci permette di apprezzare l'immutata scioltezza del nostro chitarrista. Prosegue il nostro viaggio nel tempo e arriviamo al 1977 con "Ej, Padá, Padá Rosenka", tratta da "Svitanie". Non senza emozione riscopriamo che la bellezza di questa ballad, che il pubblico in sala canta in coro, č rimasta immutata. Come belle sono le tracce tratte da "Svět hledačů", "Zmoudření babím létem" e "Rajku", in occasione delle quali si affianca ad un Semelka ancora in forma un'ormai vecchio ed appesantito Oldřich Veselý che scopriamo con grande rammarico aver quasi del tutto perso la bella voce di un tempo. E' Semelka a dominare il pezzo, mentre il compagno di un tempo non č assolutamente piů in grado di cantare. La scaletta del CD č completata dalla graziosa Avignonské slečny z Prahy", cantata sempre da Semelka e tratta dall'ultimo album in studio della band, "33" e da "Zapomenuté svĕtlo", qui proposta come traccia di apertura e che originariamente costituiva la colonna sonora di un film. In sostanza si tratta di un concerto emozionante che ci fra ripercorrere una piccola parte della carriera di un grande gruppo e di un personaggio importante ed amato come Radim Hladík. Se amate i Modry Efekt ascolterete sicuramente questa musica con affetto, nostalgia e grande interesse.

 

Jessica Attene

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