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HUMI Dune Moonjune 2008 UK

Proviamo a seguire Hugh Hopper in una delle sue avventurose esplorazioni: con la cantante – tastierista giapponese Yumi Hara Kawkwell forma il binomio Humi e firma “Dune”, lavoro di sperimentazioni ed emozioni. Gli ingredienti sono relativamente comuni: un basso riconoscibile che può diventare inafferrabile, un piano minimalista, una voce un poco inquietante, una giusta dose di effetti elettronici e un organo carico di tensione, ingiustamente confinato a due sole composizioni: “Awayuki I” e “AwayukiII”. Queste componenti vengono sintetizzate attraverso l’ispirazione e l’improvvisazione da Hopper e Cawkwell e mescolate secondo modalità non del tutto casuali. Ne scaturisce un quadro in lento e continuo movimento, dove l’atmosfera plumbea di “Long Dune” si elettrifica ed acquista consistenza in “Scattered Forest”, avvolgendosi di mistero profondo in “Circular Dune” e “Distant Dune”. “Hopeful Impression of Happiness” riecheggia nel titolo “Hope For Happiness”, primo capitolo del lungo cammino percorso dalla Macchina Soffice e ne contiene anche una brevissima citazione. Ma il filo conduttore di questo lavoro è la sperimentazione intesa come tenace ricerca di nuove dimensioni sonore. In questo senso, “Shiranui”, brano ipnotico, magnetico e al tempo stesso indecifrabile, costituisce, almeno a mio parere, la punta più avanzata di tutto il progetto. “Seki no Gohonmatsu” ci regala una sottile connessione con la tradizione musicale giapponese, mentre il brano finale, “Futa”, ha il merito evocare momenti musicali già vissuti nei primi lavori solistici di Hopper, “1984” e “Hopper Tunity Box”.
La sperimentazione in campo musicale è impresa ardua, soprattutto per chi ascolta: nel caso di “Dune” è in grado di produrre un’emozione tutt’altro che superficiale.

 

Antonio Mossa

Collegamenti ad altre recensioni

GEOFF LEIGH AND YUMI HARA Upstream 2009 
HUGH HOPPER Hopper tunity box 1977 (Cuneiform 2007) 
HUGH HOPPER Numero d’vol 2007 

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