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PARALLEL WORLDS Shade DiN 2009 GRE

Il fascino di questo genere di musica è quello di rappresentare meglio di altri le paure e le attese del mondo contemporaneo e nel caso di Bakis Sirros (alias Parallel Worlds) il discorso di adatta perfettamente visto il clima spesso opprimente e claustrofobico che caratterizza la sua musica. In maniera abbastanza semplicistica possiamo definire l'operato di Parallel Worlds come dark electronic music: Bakis Sirros fa della sua strumentazione analogica (synth modulari, VCS 3, Arp 2600 ecc...) un uso piuttosto alchemico, a dispetto dell'armamentario analogico le sonorità di “Shade” non fanno certo pensare ad un'operazione retrò-vintage verso il passato (in particolare gli anni ottanta), lo sguardo è rivolto piuttosto ad un futuro non più solamente “fantascientifico” che appare sempre più verosimile e prossimo alla nostra quotidianità, incalzato da una ricerca scientifica teoricamente dalle potenzialità infinite, negative o positive che siano. Non è un caso come certe atmosfere di “Shade” riescano ad evocare le pagine più oscure e gelide dei Clock DVA (le quali potevano essere scaturite a loro volta dai peggiori incubi di un Philip K. Dick o di un William Gibson) o dalle altre formazioni dell'elettronica decadente e nichilista anni ottanta, fino alle colonne sonore cinematografiche horror-fantascientifiche d'epoca (le composizioni di John Carpenter sono sicuramente una fonte d'ispirazione per Parallel Worlds), il tutto filtrato ed aggiornato alle generazioni del trip hop, della glitch e delle nuove leve ambient-techno minimaliste. Come il precedente “Obsessive Surrealism”, anch'esso uscito per la DiN, “Shade” lascia filtrare pochissimi raggi di luce nella propria musica, anzi... fra le ombre di questo cd si intravedono solo quelle gelide dei monitor e dei neon... Se l'efficacia di Parallel Worlds è rimasta praticamente inalterata, bisogna comunque precisare che “Shade” dal punto di vista compositivo è forse ancor più complesso, ambientale ed ostico di “Obsessive Surrealism”: un minimo di sintesi in più sulla totalità del disco avrebbe probabilmente giovato, nell'arco di oltre sessanta minuti di durata può essere facile perdersi fra un brano e l'altro, complice anche il fatto di qualche lieve calo di tensione, specialmente verso la seconda parte del cd... sono comunque piccoli dettagli che non sminuiscono più di tanto lo spessore di quest'ultima prova di Parallel Worlds.... Dunque, un altro colpo portato a segno dalla DiN e un'altra conferma del talento visionario di Bakis Sirros.

 

Giovanni Carta

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PARALLEL WORLDS Obsessive surrealism 2007 

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