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BLACK BONZO Operation manual: the guillotine model drama B&B Records 2009 SVE

I Black Bonzo ci sanno davvero fare: suonano splendidamente e oltre alla tecnica hanno un feeling davvero raro. Sono da apprezzare i suoni vintage, Hammond oriented, ma soprattutto la voce vellutata di Magnus Lindgren, che farebbe urlare qualsiasi ragazzina se solo fosse collocata nella band mainstream del momento. I loro primi due album sono stati accolti positivamente dal pubblico prog in giro per il mondo e questa terza prova era molto attesa. Non so come dirvelo ma lo voglio fare proprio all'inizio della recensione: questo terzo sospirato CD è stato per me decisamente deludente. Non è un brutto disco: come al solito è registrato bene, come al solito troviamo un songwriting fluido e le solite magnetiche sonorità vintage. Il suono complessivamente si è indurito, tanto più che mi sento di parlare di hard rock blues con venature sinfoniche ma non di Progressive Rock. Va bene, dire che non si tratti di Prog è forse esagerato ma per farvi capire la sfera di influenze direi che qui siamo molto più vicini ai Deep Purple, ed in certi frangenti anche ai Black Sabbath, che non ad Hansson & Karlsson. Le canzoni sono costruite più sulla chitarra che sull'organo Hammond e la struttura dei pezzi si è irrobustita e allo stesso tempo semplificata. Questi pezzi sono di quelli che riesci a cantare fino in fondo dopo averne ascoltato appena l'incipit: bridge e refrain infatti sono le loro fondamenta. Vi è tantissima melodia, vi sono cori da cantare, con riferimenti ai Beatles, e a volte atmosfere persino un po' glamour. Il fatto è che questo album può essere in sé davvero godibile ma allo stesso tempo ci si stanca già al primissimo ascolto. Si percepiscono il gusto, la tecnica, le grosse capacità compositive della band che sono però state usate per creare un prodotto futile e molto al di sotto delle possibilità di cui sono dotati questi musicisti. Pezzi come "Because I Love You" sono addirittura disastrosi per la loro banalità mentre una ballad come "Sudden Changer" risulta fin troppo stucchevole. Mi pare che la band si sia tarata molto su "Lady Of The Light", mi riferisco in particolare alla title track dell'album d'esordio… ma dobbiamo dire che in quel caso eravamo su altri livelli, anche se si trattava comunque di un pezzo molto diretto. Segnaliamo infine l'uscita dalla band del tastierista Nicklas Åhlund, avvenuta all'indomani della pubblicazione del presente disco. Un sostituto è già pronto e mi auguro che incominci una risalita per questo gruppo validissimo e capace da cui però mi sarei aspettata altro.


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Jessica Attene

Collegamenti ad altre recensioni

BLACK BONZO Lady of the light 2004 
BLACK BONZO Sound of the apocalypse 2007 

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