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POLYTOXICOMANE PHILHARMONIE Go ape Nasoni Records 2009 GER

A volte la cosa più semplice da fare è inserire il CD nel lettore ed ascoltare la musica, lasciandosi guidare solo da quella, senza farsi troppe domande. A voler approfondire biografia, testi ed idee di questo gruppo c’è da diventare matti, a partire dagli pseudonimi dei musicisti: Howling Mad Fishli (voce), Matelot Au Vin (sax tenore, clarinetto basso, melodica), The Emir Of Quaver (batteria e voce), Wum (chitarra) ed Onkel (basso e tastiere); manca invece all’appello Commander I.M. Crab (voce e chitarra), emigrato verso chissà quali altre avventure. La band stessa cerca di aiutare in tutti i modi l’ascoltatore, cercando di farlo entrare in sintonia con il proprio fumatissimo mondo: la confezione di questo terzo lavoro, che si apre a libro, è strepitosa e contiene illustrazioni, fumetti e descrizioni delle vicende narrate in questo doppio CD, che nel loro complesso rappresentano un vero e proprio manuale d’ascolto. Ma tutto è molto criptico, simbolico e stralunato e alla fine ci rendiamo conto che forse è meglio seguire i consigli di Padre Crescendo, il pilota automatico con la testa da teschio ritratto nella prima pagina del book, ed allacciarsi le cinture di sicurezza, iniziare a fumare e andare completamente fuori di testa.
Il nostro quintetto di Francoforte ha tantissimo materiale da proporci, concentrato in un totale di 8 pezzi, 4 per ogni CD. Ogni episodio musicale ci riserva la sua buone dose di psichedelia, rock cosmico e follia, con visioni che ci portano nel mondo fantastico dei Gong, illuminate da brillanti intuizioni Zappiane. In particolare in questo nuovo lavoro vi è un rafforzamento di tutte le sfumature jazz, soprattutto grazie al potenziamento dei fiati e anche all’intervento di alcuni ospiti al corno, Heiko e Kai, che troviamo in azione nella traccia di apertura del primo CD, la guizzante “Dervish”. Vi è ampio spazio per ogni sorta di divagazione, da quelle che prevedono la graduale espansione dei suoni e della mente, all’improvvisazione più impegnativa sul piano strumentale che comunque non implica la rinuncia alle bizzarrie che giocose si susseguono ripetutamente nell’ascolto. Se il primo CD appare in un certo senso più “concreto” e “quadrato”, nel secondo la band si sbilancia verso divagazioni sonore astratte e cosmiche, ricorrendo a sample e sequenze sonore piuttosto destrutturate, che si mescolano ad architetture musicali fluide e confuse. In particolare “Etude #27” ha un appeal decisamente rumoristico, cosa che lo accomuna alla lunga suite di apertura, “Open Letter To Albert H”, in cui si mescolano frammenti sonori, rumori, loop e deliri allucinatori vari che fanno di questo pezzo qualcosa di totalmente diverso dallo slogan “Easy listening for like-minded people” sfoderato con tagliente ironia nel book di accompagnamento. Si discostano da questa ricetta le altre due tracce: la conclusiva “Dryad Girl”, un vero e proprio trip cosmico rarefatto ed avvolgente, ed il secondo pezzo, “Apollo-Jive Beneath the Moon”, in cui il gruppo sfodera inaspettate arie crepuscolari, rivelandosi stranamente Crimsoniano.
Insomma è molto facile che finirete col perdere completamente l’orientamento e anche la testa se deciderete di avventurarvi all’ascolto di quest’opera, abbastanza laboriosa da metabolizzare, ma oserei dire che ne può valere la pena, soprattutto se siete pronti a tutto e se vi piacciono le cose fuori dall’ordinario.



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Jessica Attene

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