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INVERTIGO Next stop vertigo Progressive Promotion Records 2010 GER

Non è solo semplice new-prog quello che ci propongono i 5 ragazzi tedeschi degli InVertigo.
“Next stop Vertigo” rappresenta il loro promettente debut-album diviso in sei brani piuttosto lunghi ed anche sufficientemente articolati. Paradossalmente è proprio il brano iniziale e “quasi” title track “Vertigo” ad avere la minore ispirazione con un refrain piacevole, qualche assolo di “maniera”, ma privo di quel quid che possa elevarlo sopra la media. Di tutt’altro livello “The night”.
Le istanze più easy-listening vengono notevolmente stemperate soprattutto nello splendido intermezzo strumentale colmo di cambi di umore tra ritmiche serrate e momenti più soft dove non mancano notevoli sferzate di synth.
Ancora più suggestivi i 12 minuti di “Special”, la terza traccia del cd. Tutte le influenze della band si manifestano con vigoria: dai classici anni 70 come Yes e Genesis, al prog inglese anni 80, per finire con gli Spock’s Beard o i polacchi Collage. Clima più rock e granitico laddove il tema portante è dominato dalla incisiva chitarra elettrica di Jacques Moch; più tranquillo e ricercato quando il brano vede la predominanza delle tastiere di Michael Kuchenbecker (anche il principale autore della band). Un brano senza punti deboli, davvero splendido.
Ciò che colpisce maggiormente è la predisposizione della band a creare brani dinamici in cui però un semplice sprazzo acustico, un breve assolo di tastiere, un repentino cambio di atmosfera, sono sufficienti accrescerne l’appeal in modo considerevole. Spunti che vengono confermati nelle restanti tracce di “Next stop Vertigo” ed in particolare da “Night on Broadway” (qualche richiamo a Rael?): idea di partenza relativamente semplice, classico strofa-ritornello, ma frequenti stacchi strumentali, un uso variegato delle numerose tastiere ed una ritmica fluente ne fanno ben presto un brano attraente.
Esordio quindi più che positivo quello della band tedesca che può unire nell’ascolto sia le ultime generazioni di “progghettari” che i “nonni” appassionati del genere.


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Valentino Butti

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