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GRAN TURISMO VELOCE Di carne, di anima Lizard Records 2011 ITA

Ci vuole coraggio oggi. E ce ne vuole ancora di più nel mondo rock progressive a presentare un disco fatto da persone sotto i quarant’anni che si rivolge principalmente ad un pubblico under quaranta. Questo coraggio la Lizard ce l’ha avuto e grazie alla casa discografica trevigiana oggi abbiamo tra le mani uno dei migliori debutti italiani in campo rock progressive degli ultimi anni. E forse non è un caso che questo gruppo praticamente sia uscito dal nulla (fu segnalato sul forum di Arlequins a metà del 2008 tra i myspace dei gruppi emergenti ma fino alla segnalazione fatta da Samuele Santanna a Loris Furlan, praticamente, non se ne sapeva nulla di questo gruppo di Grosseto) perché in un panorama musicale come il nostro dove tutti si sentono fenomeni solo per il fatto di aver registrato due mp3 dalla durata superiore ai cinque minuti in una cantina, a volte chi ha qualcosa da dire viene soffocato da maree di personaggi improbabili. Questo “Di carne, di anima” ha la peculiarità di suonare moderno pur non tralasciando la lezione tramandata dalla gloriosa tradizione del rock progressive italiano. E forse la chiave per presentare il rock progressive alle nuove generazioni è proprio questa. Mentre di solito si aspetta che il ragazzo si appassioni a cose che da un punto di vista generazionale, per quanto siano importanti e belle non possono appartenergli, i GTV ti fanno al contrario entrare nel loro appartamento musicale arredato in stile moderno ma che ha sulle pareti quadri che dimostrano da dove vengono e quali sono le loro radici sonore.
Penso a grandi brani come “L’estremo viaggiatore”, questa vera potenziale hit per un pubblico di ragazzi appassionati di rock e che non vogliono ascoltare i soliti nomi. Strizzare l’occhio al metal senza rimanerci invischiati. A “Quantocàmia”, cavalcata sonora che cambia colore ogni momento, con echi mellotroniani e un assolo di chitarra nel mezzo veramente da ricordare. A “Misera Venere” che ci fa ricordare che si possono fare grandi brani rimanendo nella tradizione canora italiana, non tralasciando la sperimentazione e il rock progressive classico.
Sarebbe bello che i ragazzi partissero da dischi come questo per poi esplorare quanto di bello è stato fatto in passato. Sarebbe bello che si parlasse di più di gente come Gran Turismo Veloce, Fonderia, Slivovitz, Barock Project, VIII Strada, che non fanno necessariamente musica di nicchia per una nicchia e che potrebbe far avvicinare a questo grande mondo musicale le nuove generazioni in maniera molto più efficace di tanta gente bollita e avanti con gli anni.
Magari i nuovi Finisterre già sono nati e noi non ce ne siamo accorti… Speriamo che i Gran Turismo Veloce non si rovinino con il corso degli anni o, forse cosa più probabile, non siano rovinati da questo nostro mondo musicale.


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Antonio Piacentini

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