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RIFF RAFF Outside looking in Disconforme 1999 UK

Accidenti, chi se lo aspettava? La Disconforme pesca da chissà quale cassetto polveroso quello che è realmente il primo album dei Riff Raff, concepito nel 1972 e quindi un anno prima dell’incisione omonima. La band è sostanzialmente diversa da quella che si sarebbe dimostrata tanto consolidata nei due album che già si conoscevano: assieme ai due fondatori Tom Eyre e Roger Sutton, vi sono il cantante Alan Marshall, i due batteristi Rod Coombes e Joe Peters, il chitarrista Martin Ball ed il sassofonista Richie Dall. Da qui si scopre che i Riff Raff nascevano proprio dalle session a cui partecipava il drummer Rod Coombes, in tour con i Juicy Lucy ed autore in quel contesto di circa una metà dei brani presenti su quest’album. Alla fine, sia Rod che Joe Peters erano amanti sfegatati del sound di Ginger Baker e Miles Davis, quindi era nelle loro intenzioni ricreare un ensemble basato sull’elemento percussivo, nello stile afro-jazz e fusion.
In realtà la title-track posta in apertura si propone con uno stile forse più rock rispetto a quello che avrebbero fatto dopo i Riff Raff, con delle tonalità, soprattutto nel cantato, che ricordano molto da vicino i Traffic di Steve Winwood. Le parti strumentali, comunque, anche se leggermente più “dure”, nell’arco di nove minuti sono molto vicine a quanto sarebbe stato realizzato da lì ad un anno, con la chitarra di Ball simile a quella del suo successore, forse solo un po’ meno varia negli assoli.
“The Blind Man” è effettivamente quel misto di rock e jazz (spesso psichedelico) a cui i due batteristi avrebbero voluto aspirare, reso parecchio efficace dagli interventi multiformi di Eyre. Ad una lunga parte caotica seguirà una sorta di nenia natalizia con cori “sinfonicamente” soffusi, su cui Marshall potrà attuare il suo controcanto.
Dopo il clavicembalo barocco di “Bach B. Minor Prelude”, ci sono le trascurabilissime “Feeling Paranoic” (pochi secondi) e Buthelezi (percussioni di cui si sarebbe fatto volentieri a meno). L’album si riprende con i quasi undici minuti di “So You Want to Be Free”, con un susseguirsi di blues e jazz, anche ai limiti del free a volte.
La pubblicazione inedita si concluderebbe con “Changes”, apprezzabile canzone per voce e chitarre acustiche amplificate, ma la Disconforme, trovandole probabilmente in qualche altro cassetto posto nelle vicinanze, piazza su cd quattro bonus con una formazione ancora differente: non si sa per quale ragione, ma a parte Eyre e Sutton spariscono tutti (Coombers sarebbe entrato a far parte degli Strawbs). Accanto a loro troviamo il chitarrista Peter Kirtley ed il batterista brasiliano Aureo De Souza, cioè la formazione quasi completa dei successivi lavori, a cui si aggiunge ancora un secondo batterista, Kenny Slade. In questi pezzi aggiuntivi c’è una prima versione, un po’ più grezza ma sempre bella, di “For Every Dog”, mentre “Child of the Summer”, “Morning” e “The Garden” rimarranno inedite. Non si sarebbe sinceri se non si dicesse che la differenza col materiale precedente si sente. Gli accenti sono già spostati su quel progressive jazzato che diverrà tipico della band, non rinnegando comunque quanto fatto in precedenza. Tom Eyre sembra molto più libero di esprimersi e questo può essere solo un bene. Sicuramente questi brani sarebbero potuti figurare sul primo album ufficiale, anche se l’affiatamento tipico del gruppo era ancora in fase (finale) di rodaggio.
Se vi sono piaciuti i due album “Riff raff” (1973) ed “Original man” (1974) comprate anche questo. E non solo per completezza. Ci sono dei pezzi belli davvero, nonostante qualche mala lingua vorrebbe sostenere il contrario ed alcuni inevitabili vuoti oggettivi. Sicuramente, amando questo tipo di musica, vi ritroverete ad ascoltarli spesso, anche se la qualità del suono non è eccellente come le altre due uscite Disconforme. Inevitabile anche questo.


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Michele Merenda

Collegamenti ad altre recensioni

RIFF RAFF Riff raff 1973 (Disconforme 1999) 
RIFF RAFF Original man 1974 (Disconforme 1999) 

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