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SOUL SECRET Closer to daylight Galileo Records 2011 ITA

Per la loro seconda prova i prog-metallers napoletani Soul Secret registrano due cambi di formazione, con l’ingresso del bassista Claudio Casaburi e del cantante Fabio Manda, dando alla luce un lavoro molto curato che fa ben sperare per il futuro. I nostri, pur rifacendosi ai classici schemi del genere, sfornano delle soluzioni parecchio interessanti, degne di essere seguite con una certa attenzione. Più che ai Dream Theater, i cinque partenopei sembrano strizzare l’occhio alle fasi più melodiche dei tedeschi Vanden Plas, esprimendosi al meglio nelle strofe maggiormente catchy e soprattutto in fase strumentale. Sono infatti quest’ultimi i momenti migliori dell’album e quindi si raccomanda il dovuto ascolto dei passaggi assai originali da chitarra elettrica ad acustica e quelli da synth a pianoforte, ad opera, rispettivamente, di Antonio Vittozzi e Luca Di Gennaro. Tra le fasi significative, senza dubbio, gli intermezzi presenti su “River’s Edge” (con un intervento di Marco Sfogli, axe-man sui dischi solisti di James LaBrie), “The Shelter” e sulla lunga “Pillars of Sand” (in questi ultimi due casi il punto di riferimento sembra essere un album del calibro di “An Evening with…” di John Petrucci e Jordan Ruddess). E poi, ovviamente, i sedici minuti di “Aftermath”, probabilmente il momento topico, in cui durezza, melodia e cambi di tempo si susseguono continuamente, con grande brillantezza. Sarà un caso che come ospite è presente Arno Menses, ultimo vocalist dei tedeschi Sieges Even – cioè una delle migliori realtà assolute del settore – , il quale ha anche partecipato alla fase di composizione?
Una buona prova questo “Closer…” e se si riuscirà a mettere da parte, per quanto possibile, gli stereotipi di cui si parlava sopra a favore delle idee che si è dimostrato di possedere, i Soul Secret saranno una garanzia di ottime uscite.


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Michele Merenda

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SOUL SECRET 4 2015 

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