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AUTUMN WHISPERS Cry of dereliction vol. 1 Autumn Whispers Music 2012 NOR

Dall’unione di diverse culture, nasce questo bel dischetto, intriso di malinconia e intimismo nordico, che vede l’esordio degli Autumn Whispers e che dovrebbe essere solo il primo di una serie. I nove musicisti protagonisti provengono da Norvegia, Grecia, Malesia e Inghilterra e portano ovviamente il loro retaggio dalle nazioni di origine e dalle esperienze passate. Il nome più noto ai lettori di Arlequins dovrebbe essere quello di Tirill Mohn, apprezzata cantante e polistrumentista che ha suonato con i White Willow e che ha realizzato due notevoli album solisti. Ed è proprio a questi lavori che “Cry of derelition vol. I” potrebbe essere accostato. La musica, infatti, è molto delicata, spesso tratteggiata da una raffinatezza acustica che vede chitarra e violino in bella evidenza, con fraseggi strumentali carichi di feeling. Le linee melodiche molto morbide favoriscono un gradevole ascolto, nei tenui passaggi in cui folk nordico, musica classica e derivazioni britanniche sembrano congiungersi per spingersi insieme in un’unica direzione. La splendida “The awakening / Streaming sunbeams” è una magica apertura strumentale, che ci catapulta immediatamente in questo mondo sonoro incantato e sospeso nel tempo, con trame esili e sofisticate, mentre la successiva “Julia” spinge su un piacevolissimo pop-rock elegante e di qualità. La breve “The Lily” è un episodio per piano, tastiere, violino e voce, che mostra i legami con la musica classica. “The garden of love” è il primo dei brani nei quali si può ascoltare una proposta non distante da quelle commistioni folk/prog, con timbri prettamente acustici, di cui Tirill è assoluta maestra e che si rinvengono anche in “Out of the nest” (anche se qui siamo più vicini ai territori battuti tanti anni fa da Sandy Denny e i Fairport Convention), in “Candlelight”, nei nove deliziosi minuti della title-track e nella conclusiva “The dreamer”, forse la composizione più vicina a quelle atmosfere brumose dei primi White Willow. Il breve tassello “A rose”, invece, con la nylon guitar, le tastiere e la voce riesce anche a ricordare la classe di Anthony Phillips. Particolarmente venato di tristezza è invece “Undying love”, stupendo pezzo strumentale in cui si incrociano chitarra acustica, violoncello e contrabbasso.
Gli Autumn Whispers prestano attenzione anche ai testi, ricercati, poetici, che ben si legano alla musica, mostrando fantasia e un’ispirazione non nascosta verso le opere di William Blake. “Cry of Derelition vol. I” è un lavoro estremamente elegante, i cui toni soffusi e l’andamento generale elegiaco non sono certo adatti a chi ama certe pomposità o è alla ricerca di ruggiti. Il cd è invece assolutamente appetibile per chi apprezza quel folk-rock visionario che vedeva come capiscuola nei Seventies i vari Fairport Convention, Pentangle, Amazing Blondel, ecc. e sicuramente non deluderà chi ha già seguito con attenzione finora la carriera di quella bravissima musicista che è Tirill Mohn.


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Peppe Di Spirito

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