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DANIELE LIVERANI Eleven mysteries Lion Music 2012 ITA

Chitarrista nostrano che nel corso degli anni ha dato vita, oltre a due precedenti lavori solisti, anche a numerosi progetti molto diversi tra loro (Twinspirits, Genius Project, Khymera, Cosmics, Prime Suspect), Daniele Liverani è in realtà maggiormente noto al mondo prog metal per essere stato il tastierista dei giovanissimi Empty Tremor. Sorta di chioccia di una band che faceva ben sperare, Liverani ha ricoperto il ruolo per tre album, consolidando il gruppo in una realtà nascente e ben avviata che stava avendo forte eco anche in Italia. Ciò nonostante, anche durante quegli anni, Liverani è sempre tornato alla chitarra per sviluppare le idee già impresse nei numerosi demo precedenti e confermandosi via via come affermato polistrumentista.
Con “Eleven mysteries” il chitarrista si circonda di un ensemble vero e proprio; cosa abbastanza curiosa, visto che in fase solista aveva sempre suonato tutto lui ad eccezione della batteria. Come ha avuto modo di dire lui stesso, questi ragazzi sembrano saperci fare davvero e risultano quindi essere una promessa assai valida. L’ultima fatica di Liverani vorrebbe essere un concept strumentale contenete alcune frasi indicative come didascalie e commenti (quasi sullo stile dello storico “Passion & warfare” di Steve Vai), che in un contesto prog metal faccia riflettere sulle sfere del Corpo, dello Spirito e della Personalità. Per entrare nella forma mentis corretta, capace di poterlo portare ad una altrettanto corretta ispirazione, Daniele ha letto parecchi libri di filosofia e di storia, studiando gli approcci di differenti culture sui problemi della vita, della morte e di ciò che ci può essere dopo di essa. Ad essere sinceri, pur prendendo per buono il grande impegno e trovando lodevoli gli studi per accrescere il proprio sapere, la terza fatica solista del chitarrista italiano risulta essere il classico album da guitar-hero, per di più nettamente sbilanciato sul versante dello shredding. L’autore si sarà sicuramente sforzato di curare la parte compositiva, ma qui, più che altro, si nota lo sfoggio di una tecnica di tutto rispetto che spesso raggiunge livelli invidiabili per i relativi colleghi. In definitiva, c’era molto più prog metal sull’esordio “Viewpoint”. Probabilmente, tra le altre cose, ci sarebbe voluta anche una produzione capace di dare maggiore intensità laddove non arrivavano le evoluzioni del protagonista, che comunque nel finale di “Inspiration” toglie letteralmente il fiato!
Già da un primo ascolto si nota come i brani sembrino accomunati tra loro all’interno di singoli gruppi: i primi tre, ad esempio, puntano ad un impatto tecnicistico (viene in mente l’ultimo Darren Housholder), i successivi tre a degli ammiccamenti melodici… Tra quest’ultimi vi è “Given”, unico pezzo scritto dal tastierista Marco Zago (gli altri hanno tutti la firma di Liverani), elemento di cui si parla un gran bene in prospettiva futura. Ma senza nulla togliere al buon Zago, ci sarebbe piuttosto da puntare le attenzioni sul bassista Tony Dickinson, dotato di un’agilità non trascurabile ed ottimo nella tecnica dello slap. Una ritmica che deve per forza essere seguita con precisione dal batterista Paco Barillà, anche lui portatore di ottime prospettive. Parlando di creatività, sicuramente bisogna concentrare l’attenzione sulla riuscitissima “Regeneration”, buona combinazione del (spesso) difficile binomio “melodia-tecnica pura”, e soprattutto sui sette minuti della conclusiva “Eternal”, composizione varia e trascinante nei suoi cambiamenti di tempo, decisamente molto più vicina al genere del prog metal. Insomma, si sarà capito: sarebbe stato bello se tutto l’album fosse stato suonato nel medesimo stile, denotando così una caratura molto più alta. Ma sono pareri estremamente soggettivi. Sicuramente gli shredder sfegatati apprezzeranno. I loro detrattori… continueranno a detrarre! Di certo, Daniele Liverani è un personaggio di non poco conto della scena musicale italiana. E come spesso accade in questi casi, le opinioni possono divergere anche notevolmente.


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Michele Merenda

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