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FISH Gone fishing (CD + DVD) Leamington Spa 2012 UK

Fish si presenta sul palco con un bicchiere di vino in mano (che ben presto sarà sostituito da una bottiglia…). Poche note di piano che hanno un che di familiare. Poi l’attacco! “So here I am once more…”. Ovazione inevitabile del pubblico! Inizia così il concerto tenuto da Fish in occasione della convention del fan club del 21 ottobre 2012 a Leamington Spa ed immortalata in questo lavoro che consta di due cd ed un DVD (si consiglia soprattutto la visione del DVD). Un concerto che sfiora le due ore e mezzo di durata e che regala non poche emozioni, grazie ad un Fish che, nonostante appaia alquanto invecchiato, dimostra di essere ancora un animale da palcoscenico. La sua figura gigantesca, abbinata ad un carisma ancora esaltante, calamita l’attenzione oggi come ai tempi, ormai lontani, dei Marillion. Ed è proprio con il celebre “Script for a jester’s tear” dei Marillion che si apre lo show, in una versione un po’ rallentata, per permettere alla voce del frontman, non più forte come una volta, di raggiungere risultati soddisfacenti. E quest’inizio è a dir poco convincente; l’interpretazione è sentita e brillante ed anche se “adattata” alle potenzialità attuali regala più di un brivido. La scaletta prosegue alternando alcuni brani del repertorio recente del Pescione, qualche inedito e non pochi ripescaggi marillici. Al quarto brano la band (composta da Frank Usher alla chitarra, Foss Patterson alle tastiere, Gavin Griffiths alla batteria e con i bassisti Gavin Dickie e Steve Vantsis ad alternarsi) attacca “He knows you know” ed iniziano i primi affanni per il cantante, con i musicisti che pure non si mostrano perfetti. Tra ripescaggi di vecchio prog, l’hard rock di “Long cold day” e “Square go” e qualche momento di pop elegante si mantiene comunque un alone di magia. Fish sfoggia un’interpretazione molto sentita che si fa apprezzare; dialoga con il pubblico; sorride; è sereno e gli si perdonano tranquillamente quei momenti in cui sembra non reggere. Il vecchio leone è stanco, ma non domo e si concede anima e corpo ai suoi fan, come un professionista che non ha paura di mettersi a nudo, di mostrare i suoi limiti abbinandoli ad un talento che ancora riesce ad emergere forte. Se nella prima metà dello show la sua performance, nonostante qualche distrazione, appare del tutto convincente, nella seconda parte cominciano a venir fuori la fatica e la fragilità derivanti da anni di eccessi e di momenti poco fortunati. Si arrangia con mestiere e sembra sempre avere la situazione sotto controllo. E arriva il momento del bis richiesto a gran voce dal pubblico. Fish torna sul palco, parla e scherza un po’… E poi parte una lunga “Grendel”. Anche in questa occasione gli arrangiamenti appaiono rallentati e il Pescione va in difficoltà col passare dei minuti. E nonostante tutto la composizione giunge al termine affascinante come sempre, i brividi continuano con il nostro che appare stanco, ma sorridente e pronto a fare un brindisi finale prima di concludere con “The company”, cantata in coro dagli spettatori, coinvolti anche in buffe imitazioni di balletti. Per qualcuno potrà essere una sofferenza ascoltare e guardare questo concerto; ma è davvero difficile restare indifferenti allo spettacolo offerto da questo grande artista, un gigante mai così buono e che porta a termine uno show di rara intensità. Come si fa a non volergli bene?


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Peppe Di Spirito

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