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ENIMA Inconsapevole viaggio autoprod. 2012 ITA

Con un demo alle spalle datato 2006 (“The sentitive shoal”) e con una line-up consolidata ormai da qualche anno che ruota attorno alle figure di Federico Ottati (batteria), Giacomo Cipriani (basso), Stefano Sciolé (tastiere), Mauro Strozzieri (chitarra) e Ilaria Boero (voce), eccoci ora a parlare del debutto discografico dei toscani Enima intitolato “Inconsapevole viaggio”. Un gradevole prog melodico, cantato in italiano, con qualche infatuazione pop in alcuni brani. Buone intuizioni si registrano già nella track iniziale “Frammenti di specchi” con delicate tastiere e chitarra acustica. Peccato che quando il brano potrebbe articolarsi maggiormente con un notevole “solo” di sax (dell'ospite Sergio Pomante), eccolo finire... Belle melodie anche per un altro brano molto lineare come “Alpha ursae minoris” con un notevole finale molto new prog. Se il dono della semplicità può essere in alcune circostanze un pregio, nello specifico una maggiore complessità delle parti strumentali avrebbe sicuramente giovato al risultato finale. Ancora new prog per “Il sogno” con la piccola pecca dello sfumato finale che lo rende un poco incompiuto. Più articolata “Notte nel deserto” impreziosita da una voce narrante (quella di Leonardo Torrini) che dà maggiore enfasi alle trame musicali (molto bene qui l'elettrica di Strozzieri) sempre estremamente ricche di melodia. L'anima più prog del gruppo emerge nello strumentale “Enima” dal piglio più frizzante e dove il “gioco di squadra” tra gli strumentisti riesce al meglio tra Hackett, Camel e Pink Floyd. Un rock più sostenuto è il trademark di “Intuizioni” con batteria e basso a sostenere i solismi di chitarra (soprattutto) e tastiere. Anche la voce della brava Ilaria Boero ci pare più graffiante e convincente che in altre occasioni dove forse il timbro più “pop” ne limitava il contributo. Sin troppo facile dopo quanto detto considerare la mini suite finale “Motore immobile” il vertice compositivo dell'album. Il promettente e soffuso inizio scandito anche dal sassofono oltre che da tastiere e dalla chitarra acustica fanno da apripista alla voce di Ilaria a cui va ad aggiungersene una seconda (maschile questa volta, quella di Daniele Lorenzi). Gli sprazzi strumentali sono meglio concepiti, più articolati, ma non forzati e la composizione ne trae immediato giovamento, pur restando nel (rispettabilissimo) ambito di un prog melodico decisamente congeniale alla band fiorentina. Nel complesso un esordio rivedibile in alcuni frangenti, ma certamente sufficiente. E se la band, come crediamo, saprà fare tesoro delle esperienze accumulate, un ulteriore miglioramento è sicuramente probabile.


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Valentino Butti

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