Formati nel 2013 a Londra, i Fuzzy Nautilus sono una band di cinque elementi: Tom Cundall e Martin Pozo alle chitarre, Scott James alla batteria e alla voce, John Keates al basso e Samuele Matteucci alla voce e alle tastiere. Dopo aver lavorato, a partire dal dicembre dello stesso anno, a proprie composizioni, propongono nel giugno del 2014 un EP autoprodotto, contenente tre tracce, per un totale di circa venti minuti di musica. L’incipit della traccia d’apertura “Nocturne”, con tastiere sparate, può far pensare ad un classico new-prog, ma subito le chitarre elettriche e la parte cantata spingono sul versante a stelle e strisce (e in effetti sorprende il fatto che la band sia britannica), in un ibrido di rock sinfonico, AOR e techno-metal di buon impatto, che può ricordare vagamente gli Spock’s Beard e catturare le attenzioni dei fan del gruppo, ma che risulta anche un po’ banale. Passati questi primi cinque minuti tra virtuosismi e melodie è il turno di “I lost my keys somewhere along the milky way” che, rispetto all’opener, mostra un indurimento del suono, spostando un po’ il tiro verso i Dream Theater ma semplificando nettamente le acrobazie di questi ultimi. Il compito di portare a termine il dischetto spetta agli oltre nove minuti di “What’s going on?”, sicuramente il pezzo più riuscito. Aperto da cori un po’ à la Queen un po’ à la Gentle Giant, prosegue poi con cambi di tempo e buoni intrecci strumentali e si protrae fino al termine tra tecnicismi, validi passaggi solistici e un feeling derivante soprattutto da melodie e armonie vocali che ancora una volta rievocano gli statunitensi Spock’s Beard. Senza strafare, i Fuzzy Nautilus mostrano discrete capacità sia nella composizione che nell’esecuzione dei brani proposti, ma con questo minicd, che non brilla certo per originalità, sarà difficile uscire dall’anonimato. Vedremo se in futuro saranno in grado, magari con un full-length, di indirizzare al meglio le loro potenzialità.