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KALEVALA Tuoni baleni fulmini Marduk Records 2014 ITA

Premesso che la miscela folk rock proposta dal gruppo parmense forse non interesserà più di tanto gli appassionati classici di rock progressive, bisogna dire che difficilmente si può restare indifferenti di fronte al bel lavoro proposto da questi sei musicisti emiliani.
Come avrete capito non stiamo parlando né del secondo episodio del fortunato tributo Musea alla saga epica nordica, né del gruppo finlandese anni settanta, ma di una formazione che fa della miscela tra metal, hard rock e folk (senza mai sfociare interamente in nessuno di questi generi) il loro punto di forza.
Partiamo dalla stupenda confezione contenente un CD live in studio e un DVD. Difficilmente, infatti, nel nostro paese e in epoca di download selvaggio si trovano in giro package così curati e belli da vedere (e da mostrare). Il merito delle belle grafiche è di Alessandro Bianchi, parte integrante del progetto musicale Kalevala. Sia il CD sia il DVD, pur essendo slegati, e non contenendo lo stesso materiale, non vivono di luce propria ma sono una parte integrante dell’altro, soprattutto per capire lo spirito che contraddistingue la storia di questo gruppo attivo da più di dieci anni.
Peculiarità del gruppo è anche presentare le loro composizioni in lingue diverse, proprio per riprodurre nella maniera migliore possibile le atmosfere locali che si vogliono riproporre. Mai come in questo caso, le cover presentate sia nel CD sia nel DVD non sono fine a se stesse o il solito omaggio rubasoldi che va tanto di moda ma sono versioni per niente banali (“Masterblaster” di Stevie Wonder con inserti reggae di Marleyana memoria, “Supernaut” dei Black Sabbath, “Whiskey on Sunday” dei Dubliners, “S’i fosse foco” di De André) che prendono vita propria e che, grazie allo spirito goliardico del gruppo, risultano molto divertenti e coinvolgenti.
Il divertimento e il coinvolgimento sono parte essenziale anche del DVD registrato in una notte tempestosa al Brintaal Celtic Folk Festival di Valstagna in provincia di Vicenza dove, tra pioggia battente, tuoni e fulmini, insieme ad un manipolo di fan che anche in mezzo alle intemperie riescono a divertirsi con il gruppo, riesce a venir fuori lo spirito delle composizioni e la bravura della formazione forgiato da tantissime esibizioni live.
Il gruppo ha diviso spesso il palco con gruppi tipo i bergamaschi Folkstone, Korpiklaani e Skyclad che possono considerarsi una delle influenze maggiori del gruppo parmense, sia nell’atteggiamento verso la musica sia per il modo di stare sul palco.
Non siamo di fronte al pane quotidiano dei progster nudi e crudi, ma il gruppo merita e si fa apprezzare anche da chi non è avvezzo a chitarroni distorti sullo stesso palco di fisarmoniche e flauti. Visto che riescono a suonare spesso (grazie anche al supporto degli appassionati del genere metal/hard rock diverso da quello degli appassionati di prog), gustarsi una birra durante una loro esibizione potrebbe essere il modo migliore per avvicinarsi alla formazione parmense e apprezzarne le doti che lo rendono differente da altre realtà dello stesso tipo che spesso si trovano in giro.
Magari da assumere a piccole dosi ma sicuramente da provare.


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Antonio Piacentini

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