Home
 
LA YNE La grande illusion Musea Parallele 2014 FIN

Prepariamoci a fare il giro del mondo in trentanove minuti con “La Grande Illusion”, opera prima del simpatico finlandese Matti Laine, polistrumentista ispirato dall’energia positiva e creativa che scaturisce dall’incontro e dal dialogo tra differenti popoli e culture! La visione musicale di La Yne spazia con grande serenità tra i quattro angoli della Terra, colma di speranza e fiducia verso l’umanità, una musica che esorcizza tutte le incomprensioni e le possibili diffidenze reciproche attraverso brani eleganti, semplici e dal forte appeal melodico, in buona parte strumentali e del tutto prive di velleità avanguardistiche. In effetti “La Grande Illusion” nel suo complesso si potrebbe definire come un’ariosa world progressive music dalle tinte new-age che dirama le sue radici verso l’etno pop-funk sperimentale che andava piuttosto in voga negli anni ottanta (da Peter Gabriel ai Japan, fino alle collaborazioni Eno/Byrne, la world jazz ambientale di Isham o le esplorazioni di Bill Laswell e Sakamoto) e le produzioni new age meno banali in stile David Gettel e Øystein Sevåg… Ascoltando “La Grande Illusion” non mi stupisce la dedica a Mick Karn nelle note di copertina, le sonorità fretless del basso e l’esotica ecletticità musicale di “La Grande Illusion” sono chiaramente ispirate ai lavori solisti dell’ex bassista dei Japan, anche se Matti Laine predilige una forma canzone più soft, solare e rassicurante, rispetto alle tonalità spesso così notturne ed oscure del Karn solista… La musica di La Yne è piuttosto in sintonia con altre produzioni delle sub-labels Musea (Parallele o Dreaming), forse il limite maggiore di questo cd è la sua scarsa originalità: incombe infatti una più che vaga sensazione di déjà vu, arrangiamenti e suoni che sono già stati ampiamente approfonditi e sviluppati in passato ora vengono rielaborati da La Yne con una dose forse eccessiva di reverenza, insomma, nessuna grande novità nelle calde sonorità de “La Grande Illusion”. Tutto molto elegante e discretamente suonato, ma infine gli unici pezzi che si fanno veramente ricordare, nel bene o nel male, sono la bizzarra e raffinata lounge music funkeggiante cantata in arabo di “December 23”, il malinconico e patinato smooth jazz speziato di elettronica di “La Porte De L’Enfer”, dove si mette in risalto la buonissima prestazione alla tromba di Verneri Pohjola nello stile di Mark Isham, e la plumbea ambient music di “Requiem” vicina a Jon Hassell. Gradevole l’electro-pop di “Unexpected”. Nella sua globalità di musica senza confini“La Grande Illusion” è un lavoro amabile, un po’fragile nella sostanza ma con molteplici spunti di interesse: il talento per osare qualcosina di più non manca a Matti Laine e neanche ai suoi amici musicisticoinvolti in questa avventura...


Bookmark and Share

 

Giovanni Carta

Italian
English