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WRUPK UREI Kõik saab korda AltrOck 2014 EST

Se esistesse un rapporto quantità di progressive rock prodotta per numero di abitanti di una nazione, sicuramente la piccola Estonia sarebbe nei primissimi posti al mondo. Da decenni ormai la repubblica baltica ci sorprende con un numero elevato di band, tutte molto interessanti e con una varietà di proposta sorprendente! In questo particolare contesto non sfigurano certo i Wrupk Urei che con il loro ultimo lavoro "Kõik saab korda" tagliano il traguardo del terzo album in tre anni. Non è semplice inquadrarli, la loro musica ha radici sicuramente Jazz Rock, la ricca formazione composta da molti fiati ne è certamente la prova. E’ un Jazz Rock molto moderno fortemente influenzato dalla musica elettronica, ma al tempo stesso ha molti spunti vintage tra Canterbury, Krautrock e Psichedelia. Se dovessi prendere un riferimento sicuramente i norvegesi Jaga Jazzist sarebbero il primo nome che mi viene in mente.
Ciò che è certo è che la band estone non vuole essere confinata in nessun genere, fa la propria musica in piena libertà senza paura di attraversare confini musicali e avventurarsi in soluzioni fuori dal comune. Non disprezzano nemmeno approcci più avant e più minimalisti. Caratteristica predominante di tutto l'album è l'ironia e uno spirito goliardico che lo pervade, la traccia “Veenusekoopas” ne è uno splendido esempio. I Wrupk Urei si divertono nel suonare la loro musica e, cosa più importante, riescono a trasmettere questo divertimento anche all’ascoltatore.
Tutti i brani non sono eccessivamente lunghi e sono tutti strumentali; ognuno di essi evolve attorno ad una singola idea, un riff, una melodia sul quale poi viene costruita la struttura. Alle volte il disco può sembrare un po' frammentato e forse sarebbe stato bello sviluppare maggiormente alcune composizioni. Il gruppo lavora molto d'insieme e tutti i pezzi sono formati da tutti e sette i membri della band, nessuno dei quali prende mai completamente la scena. Le tastiere si alternano tra effetti rumoristici, sonorità cosmiche, melodie liquide e frasi di organo, alle volte molto retrò. I fiati, composti da sassofono, tromba e trombone, intrecciano tessuti musicali più Jazz oriented. Le due chitarre invece fanno il bello e il cattivo tempo ed in piena libertà si alternano e si rincorrono tra fughe spaziali, assoli giocherellosi e riff funkeggianti. A cementare tutto c’è lo splendido lavoro della sezione ritmica che asseconda e fa da collante ai continui sbalzi umorali della band.
Tutto ciò è arrangiato e prodotto in modo notevole con un sound molto pulito, i Wrupk Urei curano ogni dettaglio con maniacale precisione. Forse, dietro a tutto questo ben di dio, andando a scavare in profondità l’album manca di quell’intensità e di quell’anima che potrebbero elevarne ulteriormente il livello. Tuttavia trattasi comunque di un album, variegato, fresco, effervescente e mai banale. Tutte qualità che non proprio comuni nell’ambiente prog odierno, dove spesso si senta puzza di stantio.


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Francesco Inglima

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