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ROBERT SCOTT THOMPSON Arcana Relaxed Machinery 2014 USA

Nella sconfinata discografia del compositore californiano Robert Scott Thompson “Arcana” dovrebbe essere l’ultimo di una serie di oltre quaranta titoli: supportata dalla label specializzata in ambient ed electronic music Relaxed Machinery, la quale può vantare nel proprio catalogo talenti come Steve Brand e Broken Harbour, questa nuova opera di Robert Scott Thompson si presenta sin dalla raffinatissima confezione come un’opera d’arte molto particolare; come nelle altre produzioni Relaxed Machinery il digita diventa diventa oggetto d’arte di essenziale design, complementare allo spirito di “Arcana”, al cui interno possiamo contemplare la riproduzione di un suggestivo dipinto di Victoria Bearden, pittrice sensitiva ed astrologa… La musica di Robert Scott Thompson è musica ambient allo stato puro nella sua forma più tradizionale, senza particolari strutture ritmiche ma ricca di sfumature e dettagli più o meno velati: le nove composizioni di “Arcana” sono legate concettualmente dal profondo interesse che R.S.T. nutre verso le più recenti scoperte sulla fisica quantistica, idee che potrebbero sembrare in effetti arcane al neofita (ed in un certo senso lo sono) e concetti che lambiscono e sfiorano la metafisica e che possono mutare radicalmente la nostra prospettiva verso la realtà che ci circonda... La musica di “Arcana” rispecchia la passione di R.S.T. perla musica neoclassica e da camera, si percepisce nella ariosità delle melodie e nei momenti più introspettivi in cui si accennano con eleganza lievi note di pianoforte, immerse nei chiaroscuri sonori evocati dai morbidi drones sonori, talvolta arricchiti da delicati inserti percussivi ad opera dell’amico collega Stuart Gerber; nel suo insieme potremmo collocarla tra le opere di Fripp/Eno, Robert Rich, Satie ed Edward Artemiev… L’ascolto di “Arcana” diventa quasi un forma di iniziazione verso pratiche medianiche, si ha quasi l’impressionedi percepire la presenza di realtà e dimensioni parallele, affermazione forse un po’ banale ma che ben si adatta alle sonorità enigmatiche ed oniriche di “Arcana”, atmosfere talvolta un po’ criptiche ed inquietanti senza però mai sfociarenella pura dark ambient: il disco mantiene una sua crepuscolare e nebbiosa “solarità”, una ambiguità di fondo che lo rende ancora più affascinante… specialmente con l’ausilio di un buon paio di cuffie!


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Giovanni Carta

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