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WAVERLY LIES NORTH A soul in the void Brennus Music 2014 FRA

Ennesimo esempio del danno procurato intellettualmente da chi anni addietro, in piena esplosione prog-metal, si mise in testa di inserire nel filone in questione tutte le band che suonavano un heavy dai toni trionfali, con testi più impegnati del solito, ritmi veloci, batteria agile e magari artefice di qualche fortunato controtempo. Così, ecco che i finlandesi Stratovarius e gli olandesi Elegy diventarono antesignane… proprio del fantomatico prog-metal! Non si è mai capito, poi, perché non lo potessero essere anche gli italo-americani Savatage, che per determinati parametri apparivano ben più “progressivi” dei nomi sopra citati. Fatto sta che chi fino a poco tempo prima veniva inserito nei settori ben più appropriati del power e del symphonic metal, da poco meno di vent’anni viene definito prog. Sì, esatto: non solo prog-metal – quindi una tipologia di metal divenuto “progressivo” grazie a delle felici contaminazioni con gli stilemi seventies – ma vero e proprio prog ante litteram.
Ecco spiegato il motivo storico per cui questi francesi vengono indirizzati verso i canali di diffusione propriamente progressive, quando in realtà suonano un dignitoso metal sinfonico con tendenze decisamente gotiche (oltre alla musica espressa, parlano chiaro monicker, tematiche ed immagini scenografiche scelte per l’occasione), arricchite anche da spunti lirici. I fratelli fondatori Ed e Julien Mehay (batteria ed orchestrazioni uno, chitarra l’altro) si sono avvalsi della collaborazione dell’autore Mat Wongraven per elaborare i testi che andassero di pari passo con le musiche, mandando nel 2013 una copia demo alla Brennus Music che presentava un ordine diverso dei brani. Nel 2014 l’incisione ufficiale, con una scaletta più accurata e soprattutto l’inserimento del singolo “Aria Nocturna”, corposo, ben strutturato e convincente, forse il pezzo che si avvicina maggiormente ad alcune pretese progressive. Nel frattempo, inoltre, è entrato in formazione il cantante Eric Pariche (già nei Superscream), con una buona personalità ed un retroterra di studi lirici alle spalle, che viene qui ben supportato dalle doppie voci femminili ad opera di Audrie Escots.
Insomma, fin dal principio le tracce di questo esordio sono ben strutturate, sinfoniche al punto giusto e molto spesso dotate di ritornelli duri ed orecchiabili allo stesso tempo, anche se la pronuncia inglese di Pariche (soprattutto negli accenti) appare molto “francesizzata”, elemento che forse conferisce ulteriore musicalità all’orecchio di chi non è un madrelingua e quindi si limita ad apprezzarne le sonorità. Quel paio di pezzi che seguono la già citata “Aria…” sembrano meglio congegnati e più massicci; soprattutto “Follow the river” si rivela come la giusta sintesi dell’intera proposta, sfiorando anche coordinate quasi techno-metal. Per il prossimo album, comunque, si consiglia al chitarrista solista Bruno Poidevin di tirar fuori qualche assolo degno di nota (ma pare che quella di fondere le note soliste con tutto il contesto sia ormai una tendenza comune a molte realtà contemporanee...).
Sul retro della copertina di quest’album si scrive chiaramente che la Brennus Music è una label di heavy melodico. Inoltre, i vari siti/blog internazionali di metal tout-court stanno parlando con un certo entusiasmo dei transalpini, quindi già sapete a chi è rivolto questo tipo di lavoro. Ed eventualmente, anche a chi non è rivolto.



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Michele Merenda

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