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POSTO BLOCCO 19 Motivi di sempre Locanda del vento/Lizard 2014 ITA

Se il progressive italiano può essere rappresentato in toto da un unico disco simbolo moderno che ne riprende i cliché, le ambientazioni, i testi, la costruzione strumentale e gli arrangiamenti, "Motivi di sempre" è un serio candidato a questo titolo. Ovviamente non è l'unico sino ad ora, e ho il sospetto (anzi, la certezza) che non lo sarà neanche in futuro. Fatto sta che i Blocco 19 hanno (ri)creato qualcosa che in sostanza è una sorta di archetipo musicale, convincente in modo da rasentare la perfezione assoluta, complice anche il fatto che la storia musicale del gruppo inizia nel 1972 ed è ovviamente intrecciata con quella del rock italiano degli anni '70. Il problema è che il risultato finale può essere descritto sia positivamente che negativamente, evidenziando in entrambi i casi gli stessi aspetti. Volendo riassumere, si potrebbe dire che "Motivi di sempre" è semplicemente molto bello e per niente originale. Ciò significa che i brani sono ben scritti e ben suonati, articolati a dovere e arrangiati con gusto, a volte trascinanti, a volte carichi d'atmosfera, e sempre basati su idee chiare. I riferimenti storici sono evidentissimi, e passano dalla PFM al Banco alla Locanda delle fate, per citare solo i più scontati. Tutti i brani sono scritti da Raimondo Fantuzzi, che si occupa delle chitarre senza essere invadente. Sono infatti molto evidenti le tastiere, e il sound nel suo insieme è molto equilibrato, nonostante la formazione a sei elementi comprendente una sezione ritmica allargata, con un percussionista che contribuisce a rendere gli arrangiamenti ancora più vivaci. Buone anche le voci, quella pulita e melodica di Francesca Campagna e quella dello stesso Fantuzzi, molto adeguata al genere. Il mio brano preferito è "E la musica va", che presenta un perfetto equilibrio di parti rock, epiche e melodiche che si sposano alla perfezione con i testi. L'intero disco è molto omogeneo e anche molto corto, appena trentacinque minuti, ed è stato registrato in presa diretta in modo a mio avviso fenomenale. La pulizia sonora è sorprendente e ogni strumento è chiaramente distinguibile nell'immagine stereofonica, con l'eccezione di "L'ultima acqua", di quattro anni precedente ed eseguita con un diverso tastierista (chiaramente devoto a Vittorio Nocenzi), indicata come bonus track e dal suono più chiuso, notevole comunque per qualità e con le parti vocali realizzate nientemeno che da Bernardo Lanzetti.
In conclusione, il disco è semplicemente bello e si ascolta che è un piacere senza alcun momento di noia. Se però siete tra quelli che non sopportano la totale mancanza di novità e originalità, vi consiglio vivamente di lasciare perdere perché "Motivi di sempre" non fa per voi. Per gli amanti del Rock Progressivo Italiano definito come genere a se stante, o per chi semplicemente se ne frega di queste considerazioni, invece, è un disco imperdibile.



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Nicola Sulas

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