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SAM COULSON Electric classical autoprod. UK 2015

Esordio solista per Sam Coulson, chitarrista britannico che ha sostituito Steve Howe negli Asia e che ha quindi suonato sul loro ultimo “Gravitas” (2014). Una prima release, quella qui trattata, in cui il guitar-hero classe 1987 ripropone l’arrangiamento di dieci pezzi classici che a lui stanno maggiormente a cuore, dalla “Ave Maria” di Bach a “Recuerdos de la Ahambra” di Tarrega, concentrandosi poi in maniera preponderante sul già citato Bach e soprattutto su Fernando Sor.
Non c’è poi molto da dire. Col prog non c’entra praticamente niente (si potrebbe discutere anche dell’appartenenza degli Asia al prog-rock, ma si preferisce evitare accidiose polemiche) e ciascun brano viene eseguito solo con l‘ausilio della chitarra. Sicuramente occorre una buona preparazione e dalle esecuzioni traspare la devozione che Coulson deve nutrire per questi brani. Ma l’unica interpretazione da rilevare è “Moonlight Sonata Blues”, originariamente scritta da Beethoven, dove il timbro della chitarra cambia e viene apportato anche un contributo personale.Per il resto, si tratta di una raccolta che sicuramente rilasserà dopo esser tornati a casa dal lavoro, ma a questo punto tanto vale ascoltarsi gli originali. Non vi è il tentativo di ri-arrangiare, come fatto ad esempio (nel bene e nel male) da Claudio Simonetti con “Classics in rock” (1997), in cui ci si avvaleva anche del contributo di altri esecutori. Qui, come detto, vi è il solo Coulson, che rende omaggio con una inclinazione praticamente religiosa.
E dire che a partire dal 2007 si era fatto apprezzare su Youtube per i suoi video in cui metteva in luce grande tecnica e ottimo feeling, sfoggiando una sorprendente agilità della mano sinistra supportata da tanto cuore, indipendentemente che si trattasse di brani metal dalla struttura neoclassica o invece tendenti al blues. Una bravura oggettiva con cui attirò l’attenzione addirittura di Paul Gilbert, che lo invitò come istruttore ospite al Great Guitar Escape, creato dallo stesso Gilbert nel luglio del 2012. E poi, a testimonianza di questa ascesa fulminante negli ambienti musicali, la chiamata degli Asia…
Sam Coulson si dice estremamente soddisfatto del suo esordio. Risulta evidente che ciò doveva essere un vero e proprio sogno nel cassetto, che finalmente è stato da lui realizzato. Bene. Ma di certo questo non è il vero Coulson. O quantomeno è solo una parte molto intima del musicista in questione. Se di lavori solisti degni di nota si vorrà in futuro parlare, sarà bene che il nostro metta mano alle convincenti esecuzioni per cui è stato ampiamente apprezzato online.



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Michele Merenda

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