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17 PYGMIES Isabel II: Abaddon rising Trakwerx Records 2015 USA

La saga spaziale dell’astronave Celestina ha trovato un bel sequel con le vicende della dottoressa Isabel, rientrata sulla Terra dopo le missioni a bordo di Celestina ed ora suo malgrado al centro di un complotto organizzato dal distopico Centro con il progetto Abaddon: in questa seconda parte di “Isabel”i 17 Pygmies ripercorrono le loro radici folk, sempre in maniera piuttosto bizzarra e poco ortodossa, con uno strano connubio tra sonorità acustiche e delicate tessiture elettroniche; per essere l’ipotetica colonna sonora di storia sci-fi l’atmosfera del disco è piuttosto bucolica e serena, paradossalmente quasi idilliaca. Rimane intatta la vena poetica malinconica e leggermente decadente tipica dei 17 Pygmies, percepibile in buona parte dei dieci brani di “Abaddon Rising”, suddivisi semplicemente in capitoli come già con il ciclo di Celestina (“Isabel XII”, “Isabel XIII” e così via), specialmente negli intermezzi strumentali ovvero quelli in cui meglio si realizzano le loro ambizioni più sinfoniche e neoclassiche, con ancora qualche ritaglio psichedelico seppure moderato e senza gli eccessi acidi e più visionari che avevano caratterizzato le più recenti produzioni dei 17 Pygmies come nel trittico di Celestina ed in parte anche il primo “Isabel”, uscito sempre per la Trackwerx di Jakson Del Rey nel 2013. “Isabel II: Abaddon Rising” è quindi un cd piuttosto omogeneo, nobilitato dalla purezza naif dei brani e dall’atmosfera carica di semplice sensualità che pervade ogni singolo brano. A tratti si percepiscono abbastanza chiaramente le origini californiane e west coast dei 17 Pygmies, nell’unico brano cantato dal chitarrista fondatore ed autore Jackson Del Rey si sentono echi dei CSN&Y, mentre la suadente voce di Meg Maryatt ci conduce verso i territori di un certo tipo di folk progressivo bucolico ed atmosferico, contaminato da tracce di new wave neoclassica vicina ai This Mortal Coil, ed in tal senso l’aspetto cameristico della musica dei 17 Pygmies viene supportato egregiamente dagli archi di Jean Sudbury, prezioso ospite in gran parte dei brani. Bisogna ancora una volta sottolineare come i 17 Pygmies abbiano voluto personalizzare la loro musica con una confezione di preziosa ed impeccabile eleganza, incluso il booklet-libro di 26 pagine, rilegato finemente a mano, con la seconda parte del racconto “The Book Of Isabel” scritto da Jackson Del Rey, parte integrante e fondamentale per l’ascolto e la comprensione di “Abaddon Rising” ed infine sicuramente un buon antidoto contro la liquidità usa e getta di Spotify e del download selvaggio…



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Giovanni Carta

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