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VIII STRADA Babylon Fading Records 2015 ITA

E’ tempo di secondo album anche per gli VIII Strada, dopo il convincente esordio de “La leggenda della grande porta” - datato 2008 - ricco di influenze metal ma anche di molto altro. “Babylon”, il nome di questo nuovo lavoro, è una rock-opera incentrata su un rapporto di coppia e sulla incomunicabilità che spesso ne deriva e che il titolo ben rappresenta. Due nuovi strumentisti fanno ora parte della line-up della formazione milanese, Sergio Merlino al basso e Davide Zigliani alla chitarre, mentre musiche e testi sono opera del tastierista Silvano Negrinelli.
Il sound del gruppo è quello consolidato: chiari riferimenti heavy, pur non mancando bagliori più soft con largo impiego delle tastiere, ora soliste, ora di rifinitura. L’introduttiva “Ombre cinesi” è un bel brano sinfonico, decisamente “tirato”, ma senza dimenticare l’aspetto melodico con un efficace refrain. Ottimo esempio delle capacità tecniche del gruppo è “Preludio a eclypse”, uno strumentale ricco di soluzioni complesse e di grande effetto grazie alla perfetta simbiosi tra la sezione ritmica ed il tuo chitarra/tastiere. “Eclipse anulaire” è quasi un Giano bifronte tra momenti “tosti” e molto dinamici ed altri più garbati in cui ben si innesta la voce di Tito Vizzuso. I tre minuti di “Deguello” sono più che sufficienti per evidenziare la grande sensibilità di Negrinelli e le sue tastiere che ben si sposano con le dinamiche più heavy della chitarra di Zigliani.
Un buon feeling melodico ha pure “1403, storia in Firenze” con ritmiche frastagliate ed una componente rock sempre ben presente, ma anche di facile presa. La title track è uno dei pezzi forti dell’album ed ha il pregio di mutare pelle in continuazione permettendo spazi solistici di valore e momenti di atmosfera in cui si inserisce ottimamente la voce. Un bel brano sinfonico con tutte le componenti al loro giusto posto. Davvero notevole. Dopo “Slow” (e le sue citazioni di star degli anni ’40 e ’50 come Greta Garbo e Marylin Monroe) che non ci persuade più di tanto, soprattutto nelle liriche, l’album si chiude con “Ninna nanna”. Un brano piuttosto atipico dove la componente heavy-rock è stemperata da piccoli frammenti quasi fusion che riescono nell’intento di arricchire il canovaccio sonoro della band.
Senza soffermarsi troppo o, meglio, per niente sull’annosa questione prog-metal, metal-prog, gli VIII Strada continuano imperterriti per la loro… strada con un lavoro compatto, convincente in molte composizioni, con qualche momento più incerto (soprattutto nei testi) diremmo quasi fisiologico, ma, nel suo insieme, riuscito e godibile. Due curiosità per chiudere: il brano “1403, storia in Firenze” è stato scelto anche come “singolo”, mentre un face book-concert è stato approntato direttamente dalla sala prove del gruppo. Un mezzo originale per fare conoscere la propria proposta musicale.



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Valentino Butti

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