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POSTURES Halucinda World in Sound 2016 SVE

I Postures vengono dalla Svezia e sono al secondo album pubblicato nel giro di tre anni. Sono bravi e preparati, possiedono una tecnica strumentale e vocale di buona qualità e compongono e registrano bene i propri lavori. Sembrano in pratica una band perfetta, forse troppo. Sono un po' anonimi, anche se non eccessivamente, e "Halucinda" si ascolta con piacere, pur non stimolando troppo al riascolto. Insomma, date le premesse, credo che quello che manchi a questi ragazzi svedesi sia la voglia di osare.
Il genere è un progressive più o meno heavy contaminato da psichedelia e post rock, un po' gothic e un po' alternative. Mancherebbe il prog-metal per completare il frullato ma i Postures lo evitano (fortunatamente, a mio avviso), preferendo concentrarsi sulla complessità ritmica e sull'atmosfera invece che sul virtuosismo.
Una delle cose che apprezzo è il contrasto tra i momenti in cui la voce è pulita e delicata e quelli in cui sfodera acuti che riescono a mantenere una notevole limpidezza. A volte mi sembra di sentire una versione meno schizzata di Bjork, a volte una più delicata della cantante degli Evanescence (Wikipedia mi dice che si chiama Amy Lee), ai i quali gli svedesi sembrano a volte accostarsi. La componente strumentale ha una base chitarristica sviluppata su arrangiamenti elaborati e una sezione ritmica molto in evidenza e con un chiaro intento solista. Si avverte che è stato fatto un bel lavoro sulla costruzione delle parti, cosicché le due chitarre non si sovrappongono e non si "impastano" tra loro, complice anche una scelta dei suoni che evita la distorsione eccessiva. I brani sono tutti basati sulla componente melodica, che ogni tanto si sfalda in brevi parti dissonanti.
In linea di massima nell'album sono presenti due tipologie di brani, quelli più movimentati e nervosi e quelli più rilassati e allucinati. Non mi sono quasi accorto del passaggio tra le prime due tracce, dallo stile praticamente identico, frenetico e complesso. Fortunatamente, la successiva "Every room" ha uno sviluppo più d'atmosfera ed acustico, in tutti i suoi otto minuti e mezzo di durata, con la breve coda della successiva "A million sequences", il cui mood è praticamente identico. "Wavemaker" inizialmente riprende lo stile nevrotico, arricchendo i toni gotici e dark, ma gli arrangiamenti delle chitarre sembrano nel complesso meno interessanti. Meglio la seconda parte, dalla tendenza più ambient e psichedelica, a creare varietà in un brano a conti fatti prolisso. Le conclusive "Hexa luna" e "In the dark" mescolano le carte, la prima risultando leggermente sotto tono nel suo ritmo cadenzato, lento e cupo, la seconda più varia e interessante, pur mantenendo un simile andamento ritmico, lento e meno complesso.
Sono un po' combattuto su "Halucinda". Si tratta di un disco nel complesso gradevole ma credo che possa piacere soprattutto agli amanti delle sonorità "fredde" e di un certo stile gotico e malinconico. I Postures dimostrano la voglia di cercare un proprio suono ma a volte cadono nella trappola dell'omogeneità. Sembra un paradosso, perché buona parte dei brani, presi singolarmente, fa della varietà la propria forza. In ogni caso, è da ascoltare se piace il genere.



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Nicola Sulas

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